Per mezzo secolo i Rotoli del Mar Morto, già ritenuti " la più grande scoperta di manoscritti di tutti i tempi" , hanno suscitato fantasie e leggende. Spesso la loro storia si è colorata di mito, di teorie e di complotti immaginali. La loro decifrazione completa, secondo alcuni esperti, potrebbe cambiare radicalmente il significato delle dottrine ebraiche e cristiane. Finora i 900 rotoli di pergamena rinvenuti nel 1947 da un giovane pastore a Qùmràn, sulle sponde del Mar Morto, non erano mai stati divulgati completamente. E fino al 1991 erano rimasti sotto il controllo esclusivo di dieci studiosi.Ora, a 54 anni dal ritrovamento, i rotoli stanno per essere pubblicati integralmente. L’annuncio ufficiale lo ha dato qualche settimana fa Emanuel Tov, professore all’Università di Gerusalemme, durante una conferenza alla New York Public Library. Tov dirige il progetto della pubblicazione: un’impresa svolta da un team internazionale che ha realizzato 38 volumi (l’ultimo è in fase di uscita) per la Oxford University Press.Cpsì l’opera completa potrà essere studiata nel mìoriab intero, ponendo fine a molte controversie e a teorie prive di fondamento.Sono molteplici i tentativi da parte di alcuni studiosi di istituire rapporti diretti tra i manoscritti di Qùmràn, Gesù e il Nuovo Testamento. O le ipotesi di complotto, che alcuni ricercatori più o meno fantasiosi hanno attribuito al Vaticano, addossandogli la responsabilità di aver impedito in passato la diffusione dei testi per paura che trapelassero informazioni circa la vera storia di Gesù e degli Esseni. Questi ultimi, una setta austera e isolata dalla corrente principale del Giudaismo, sarebbero gli autori dei documenti di Qùmràn, compilati tra il 250 avanti Cristo e il 70 dopo Cristo e formati, in buona parte da testi biblici scritti in ebraico e aramaico. «Le leggende – spiega Emanuel Tov – sono nate perché alcuni rotoli sono stati redatti all’epoca in cui visse Gesù. E molte persone non vogliono credere che non ci sia alcun riferimento a un personaggio così importante. Ma in nessun manoscritto c’è un accenno a Gesù, ne diretto ne indiretto. Anche sulla figura del Maestro di Giustizia, citato in alcuni rotoli, sono state fatte molte speculazioni identificandolo con Cristo. Il Maestro non ha niente a che vedere con ilcristianesimo. E’ un leader della sua comunità, vissuto prima della nascita di Gesù».Non c’è dubbio, però, che la pubblicazione integrale sia destinata a far comprendere meglio le origini del Cristianesimo e a modificare alcuni schemi tradizionali. I manoscritti di Qùmràn permetteranno di approfondire e avviare ulteriori conoscenze della Bibbia, e contribuiranno a comprendere meglio il mondo ebraico durante la vita di Gesù. ‘Sicuramente apriranno una feconda stagione di studi, perché ci narrano della presenza nel giudaismo di alcuni temi che ritroviamo nel Cristianesimo, che prima della scoperta dei manoscritti nessuno immaginava’ dice Elio Jucci, professore di Filologia semitica all’Università di Pavia. ‘ In realtà il Cristianesimo si è sviluppato da diverse correnti del Giudaismo antico, che era molto più multiforme di quanto finora non si pensasse’. Con la decifrazione dei rotoli si potrà conoscere meglio anche la letteratura dei diversi popoli dell’antica Israele. E così pure la loro vita culturale e quotidiana, dalle belle arti, ai costumi, alle leggi.
Autore: Manuela Evangelista
Fonte:La Stampa – TST