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Michele SANTULLI, Antonio Corsi, il principe dei modelli.

Grazie alle sue qualità fisiche ed al suo comportamento, Antonio Corsi da Atina riuscì a venir definito il ‘principe dei modelli’, negli Stati Uniti perfino il ‘super model’ ed in aggiunta a divenire il modello di fiducia addirittura di una principessa inglese.

Leggi tutti nell’allegato:  Antonio Corsi

Autore: Michele Santulli – email: michele@santulli.eu

ALBA (Cn). Giacomo Balla, la mostra a Torino con opere mai esposte in Italia.

La Fondazione Ferrero di Alba si prepara a rendere omaggio a Giacomo Balla (Torino 1871 – Roma 1958), figura straordinaria di pittore e fondamentale raccordo tra l’arte italiana e le avanguardie storiche, con una mostra di risonanza internazionale, a cura di Ester Coen.
In linea con la storia ventennale delle proprie esposizioni d’arte, legate allo sviluppo della cultura del territorio, la Fondazione Ferrero si avvale della collaborazione scientifica della GAM di Torino e della Soprintendenza Belle Arti del Piemonte per la realizzazione della mostra e delle attività educative ad essa collegate. Il progetto dedicato a Giacomo Balla prevede un’esposizione articolata in sezioni tematiche: il realismo sociale e la tecnica divisionista; le compenetrazioni iridescenti e gli studi sulla percezione della luce; l’analisi del movimento e il futurismo.
Nelle opere che seguono il primo apprendistato torinese, lo sguardo penetra la realtà dolorosa e crudele delle classi ai bordi della società. Un ampio numero di opere documenterà questa fase – tra fine ottocento e primi novecento – durante la quale, in parallelo a temi tra sofferenza e alienazione, l’artista svilupperà un’altissima sensibilità tecnica, le cui origini affondano nel divisionismo piemontese. La pennellata ricca di filamenti luminosi, il forte contrasto tra chiari e scuri, la scelta di tagli prospettici audaci ed estremi rappresenterà per i futuri aderenti al Manifesto del Futurismo un modello unico e straordinario da seguire.
La mostra di Alba evidenzierà poi l’adesione alla poetica del Futurismo. Dal realismo dei primi dipinti si assisterà alla trasposizione dei precedenti principi compositivi nella materia dinamica e astratta delle Compenetrazioni iridescenti a larghi tasselli cromatici, alla ricomposizione della nuova realtà in movimento nelle Linee di velocità. In un progressivo avvicinamento ai segni matematici puri: verticale, diagonale, spirale, il linguaggio di Balla scopre nuove categorie della rappresentazione nei suoi parametri primari, nell’amplificazione del fenomeno fisico, isolato, sezionato e inquadrato in tutta la sua verità di materia vibratile. Una visione capace di attingere alle massime profondità, ma di sfondare anche i limiti della cornice, in un gioco di rilancio verso la vita.
Le opere del percorso appartengono a prestigiose collezioni pubbliche e private, italiane ed estere e sarà possibile ammirare capolavori straordinari, difficilmente concessi in prestito: il Polittico dei viventi, nella sua completezza, dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e dall’Accademia di San Luca di Roma, La mano del violinista dalla Estorick Collection di Londra, la Bambina che corre sul balcone dal Museo del Novecento di Milano, il Dinamismo di un cane al guinzaglio dalla Albright-Knox Art Gallery di Buffalo, il Volo di rondini del Museum of Modern Art di New York, la Velocità astratta + rumore in prestito dalla Peggy Guggenheim Collection di Venezia, che sarà accostata alla Velocità astratta. L’auto è passata della Tate Modern di Londra, e ancora un’Automobile in corsa proveniente da The Israel Museum of Gerusalemme. Solo per accennarne alcuni.

Fonte: www.quotidianoarte.it, 16 ott 2016

ROMA. La Camera approva la proposta di legge per i reati contro patrimonio culturale.

La Camera ha approvato ieri giovedi 18 la proposta di legge per i reati contro patrimonio culturale, presentata il 9 luglio 2018. L’approvazione è stata votata a larga maggioranza con 378 i sì, 75 no e 24 le astensioni. Ha votato a favore il Movimento 5 Stelle, il Partito democratico, la Lega e Liberi e Uguali; contraria Forza Italia, astenuti i deputati di Fratelli d’Italia. Relatrice del provvedimento per la maggioranza è stata Valentina Palmisano (M5S). Ora le proposta di legge va in Senato.
In sintesi il testo prevede che per il reato di appropriazione indebita, il possessore di beni, è punito con la reclusione da uno a quattro anni.
Il reato di ricettazione di beni culturali è punito con la reclusione da tre a dodici anni, che si applicherà anche quando l’autore del delitto da cui i beni culturali provengono non è imputabile o non è punibile, ovvero quando manca una condizione di procedibilità.
Il reato di riciclaggio di beni culturali è punito con la reclusione da cinque a quattordici anni, aumentata se il fatto è commesso nell’esercizio di attività professionale, mentre quello di illecita detenzione di beni culturali è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni e con la multa fino a 20.000 euro.
Le violazioni in materia di alienazione di beni culturali sono punite con la reclusione fino a due anni e la multa fino a 80.000 euro.
L’uscita o esportazione illecite di beni culturali sono punite con la reclusione da uno a quattro anni o con la multa da 258 a 5.165 euro.
Per il reato di danneggiamento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici, è prevista la reclusione da uno a cinque anni e vale per chiunque distrugge, disperde, deteriora o rende infruibili beni culturali o paesaggistici; colui che invece fa di tali beni un uso incompatibile con il loro carattere storico o artistico o pregiudizievole della loro conservazione è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni.
Il reato di contraffazione di opere d’arte è punito con la reclusione da uno a sei anni e la multa fino a 10.000 euro.
“Un passo avanti nel rafforzamento della tutela e nella salvaguardia del patrimonio culturale”. E’ il commento dell’ex ministro dei Beni culturali Dario Franceschini all’approvazione della proposta di legge. “Un vero e proprio giro di vite sui reati contro il patrimonio – sottolinea l’ex ministro – che rafforza il ruolo di guida dell’Italia nella tutela dei beni culturali che si pone all’avanguardia anche nell’attuazione della convenzione di Nicosia sulle infrazioni in materia di beni culturali e traffici illeciti”. “Questa legge che ricalca il ddl del Governo Gentiloni approvato nella scorsa legislatura dall’aula di Montecitorio – spiega l’ex ministro della Cultura – introduce strumenti efficaci e moderni per contrastare i reati contro il patrimonio. Vengono previste nuove fattispecie di reato e rafforzati gli strumenti investigativi per consentire indagini ancora più complesse. Un provvedimento molto importante, non solo per l’Italia, ma per l’intera comunità internazionale essendo il traffico di opere d’arte una delle principali fonti di finanziamento del terrorismo”
“La legge approvata oggi dalla Camera rappresenta un pezzo rilevante della politica di tutela e valorizzazione dei Beni Culturali. Porta due firme importanti, perche’ Dario Franceschini e Andrea Orlando sono due deputati democratici che fino a qualche mese erano ministri, l’uno dei Beni Culturali, l’altro della Giustizia, nei governi guidati dal Pd”.
Lo ha detto in Aula il deputato del Pd Walter Verini durante la dichiarazione di voto sulla proposta di legge sui reati contro il patrimonio culturale.
“Per noi – prosegue – e’ un risultato importante, perche’ il provvedimento contiene misure piu’ incisive contro il furto, l’appropriazione indebita, la ricettazione, il riciclaggio e l’illecita detenzione, la contraffazione e il traffico illecito di opere d’arte. Per il Partito Democratico, la tutela e la valorizzazione del patrimonio artistico non significa solo rispetto di un principio cardine della nostra Costituzione. Significa rispetto e tutela della storia, dell’identita’ che fanno del nostro Paese un unicum nel mondo, ma anche consolidare il futuro della cultura e dell’arte italiane, della bellezza di questo Paese. E vuol dire investire in una memoria che rappresenta anche un formidabile volano di sviluppo e crescita, del turismo e di tutte le attivita’ ad esso collegate. Del resto, questi sono stati gli obiettivi e i risultati concreti dell’azione di governo di questi anni. Ci auguriamo davvero che questi sforzi e questi risultati non vengano vanificati”
Per LeU la dichiarazione di voto è stata di Rossella Muroni: ”La proposta di legge a tutela dei beni culturali votata dalla Camera si aggiunge alla legge sugli ecoreati, cui mancava un tassello fondamentale: quello appunto degli illeciti contro il nostro patrimonio culturale. Per perseguire e punire con maggiore efficacia i reati commessi dai ladri di cultura e di futuro. Questo provvedimento introduce nuovi reati, aumenta le pene e introduce aggravanti quando oggetto di reati comuni siano beni culturali. Dando nuovi strumenti alle forze dell’ordine per reprimere la criminalita’, compresa quella organizzata, in questo settore. Solo lo scorso anno, come denunciato dal rapporto Ecomafia di Legambiente, sono stati 719 i furti d’opere d’arte, in crescita del 26% rispetto al 2016, che hanno comportato 1.136 denunce, 11 arresti e 851 sequestri effettuati in attivita’ di tutela. Bisogna tornare a investire sulla cultura e va assicurato agli operatori, comprese guide e restauratori, di poter lavorare in condizioni dignitose, non precarie e con giusta retribuzione”.
Anche Fratelli d’Italia, che si sono astenuti, in una dichiarazione congiunta dei deputati Carolina Varchi e Ciro Maschio, hanno affermato: ”Fratelli d’Italia da sempre si e’ schierata a difesa del patrimonio culturale nazionale, simbolo dell’identita’ e della millenaria civilta’ italiana. Tuttavia ha mostrato perplessita’ sulla scelta di recuperare la pdl Orlando-Franceschini gia’ superata dalla Convenzione di Nicosia la cui ratifica costringera’ il Parlamento a tornare sulla questione”. “In commissione e in aula – proseguono – abbiamo offerto diverse proposte emendative che sono state recepite dalla maggioranza ed inserite nel testo. Sono stati inoltre approvati tre odg di FDI che impegnano il governo ad istituire un Fondo nazionale per la tutela e la conservazione dei Beni culturali, per dotare di maggiori risorse il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale e per valutare interventi che riconoscano autonoma tutela ai centri storici al di la’ della politica meramente vincolistica. Da parte di Fratelli d’Italia dunque c’e’ una parziale soddisfazione per l’approvazione del testo ma siamo convinti che si sarebbe potuto fare di meglio”.

Fonte: www.quaeditoria.it, 19 ott 2018

Foto: vandali al Colosseo

SIENA. Le opere di Ambrogio Lorenzetti.

Nella severa cornice del Santa Maria della Scala torna, dopo alcuni anni di crisi, la grande arte senese e quindi europea con “Ambrogio Lorenzetti” (1290 circa – 1348)’ la rassegna che raduna tutte o quasi le opere conosciute del maestro dell’Allegoria del Buono e del Cattivo Governo (firmato “Ambrosius Laurentii de Senis hic pinxit utrinque”), che fa il punto su un artista di cui non esisteva una monografia scientifica affidabile, risale al 1958 quella dell’americano George Rowley, considerata già all’uscita inadeguata, così come una biografia. Gli studi moderni, infatti, si sono concentrati solo sul “Buon governo” del Palazzo Pubblico, un manifesto dell’etica politica della città-stato nella tarda età comunale, in specie del governo senese dei Nove per il quale Ambrogio lavora.
Il ruolo di vero e proprio pittore civico ha finito per oscurare le altre opere, tutte sorprendenti, che scardinano molto luoghi comuni sull’artista. Che il grande scultore rinascimentale Lorenzo Ghiberti nei suoi “Commentarii” definisce “famosissimo et singularissimo maestro” e mette alla pari di Giotto. Un pittore innovativo anche nel modo di trattare la luce e di rappresentare il paesaggio, i fenomeni atmosferici, la neve, la grandine. A lui si deve “Tempesta nella città di Tana” in India, la prima rappresentazione di un evento simile nella storia dell’arte occidentale. Era nel chiostro del convento di San Francesco, di cui rimangono solo piccoli frammenti staccati, fra cui proprio quello del miracoloso fortunale scatenatosi a seguito della morte dei francescani, che tanta ammirazione suscita in Ghiberti. Un brano che costituisce “la premessa della personificazione dell’”Inverno” che compare, fra le altre stagioni, entro le cornici degli affreschi nella Sala di Nove in Palazzo Pubblico”. E’ l’uomo intabarrato con una palla di neve in mano su cui scendono grandi fiocchi bianchi, ricorda Roberto Bartalini che con Alessandro Bagnoli e Max Seidel ha curato la rassegna.
lorenzetti 1Organizzata e finanziata con un milione di euro dal Comune di Siena, lo scenografico allestimento è dello studio Guicciardini & Magni, la mostra aperta fino al 21 gennaio 2018 (prorogata fino al 8 aprile 2018) e accompagnata da un corposo e denso catalogo Silvana Editoriale, rappresenta il culmine di un lavoro scandito in più tappe, iniziato nel 2015 con l’iniziativa “Dentro il restauro” che aveva per scopo una conoscenza più approfondita di Ambrogio Lorenzetti, una migliore conservazione delle sue creazioni e un conseguente avvicinamento del pubblico. In quell’occasione, grazie anche al contributo del Mibact per Siena capitale della cultura 2015 alcune opere bisognose di studi e interventi o di veri e propri restauri vennero trasferite al Santa Maria della Scala. Dove sono stati allestiti cantieri aperti col supporto di vari istituti di ricerca fra cui l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Il primo ha riguardato il ciclo di affreschi staccati della cappella di San Galgano a Montesiepi e il polittico della chiesa di S. Pietro in Castelvecchio, quindi il cantiere per il recupero degli affreschi della sala capitolare di San Francesco, il ciclo di storie di Santa Caterina e gli articoli del Credo nella chiesa di Sant’Agostino.
lorenzetti 3La mostra si propone di ricostruire l’attività di Ambrogio nella città che conserva il settanta per cento circa delle sue opere conosciute. Che vengono soprattutto da Siena e dal contado, a cui si aggiungono fondamentali prestiti del Museo del Louvre, degli Uffizi, dei Musei Vaticani, della National Gallery di Londra, dello Städel Museum di Francoforte, della Yale Universityrt Gallery, dipinti che tornano nella città in cui vennero realizzati.
E la memoria va immediatamente all’idimenticabile mostra “Duccio, alle origini della pittura senese” ospitata a Santa Maria della Scala nel lontano 2003 che richiamò folle di visitatori. Un paragone che fa tremare le vene e i polsi, ma che può essere di buon auspicio e lascia ben sperare il Sindaco Bruno Valentini e il direttore del Santa Maria della Scala Daniele Pittèri. Quella era una mostra corale, questa più monografica, ma le premesse ci sono tutte, l’incanto della città, la superba cornice di Santa Maria della Scala, l’assoluta qualità del pittore e l’operazione di riscoperta e di riflessione sulla sua opera. E il percorso continua in città, in particolare con la visita agli affreschi restaurati per questa occasione nella Basilica di San Francesco, “Martirio dei sei francescani”, “La professione pubblica di San Ludovico di Tolosa”, “Crocefissione” e nella Chiesa di Sant’Agostino la “Maestà”.
Lungo dieci sale si possono vedere preziose opere a tempera e oro su tavola, affreschi staccati, vetri policromi e sinopie di Ambrogio anzitutto, ma anche del fratello maggiore Pietro di cui sono in mostra la “Croce dipinta” di Cortona e “Madonna col Bambino”, tempera e argento su tavola da Castiglione d’Orcia. Sono dipinti singoli, dittici, polittici, croci dipinte. Rappresentano la Madonna col Bambino, i santi, il Redentore, la Crocifissione, Cristo risorto. E come maestri di riferimento Duccio di Buoninsegna e Simone Martini. Viene dalla cattedrale di San Cerbone di Massa Marittima “Madonna col Bambino” di Duccio. E’ seduta su un trono marmoreo coperto da una stoffa sontuosa e prende a modello la “Maestà” dell’altar maggiore del Duomo di Siena. Sulla faccia posteriore in un profluvio di colori, di oro e angeli incombenti “Le storie della Passione” in due fasce orizzontali sovrapposte. Poi Simone Martini con il “Redentore benedicente” dallo sguardo vivissimo, una tavola in legno di ciliegio conservata fin dall’Ottocento nella Biblioteca Apostolica e passata poi alla Pinacoteca Vaticana.
Ma naturalmente fuoco della rassegna sono le opere di Ambrogio che è possibile vedere in prospettiva e da vicino nei particolari una per una. Viene dalla National Gallery di Londra che l’acquistò nel 1878 l’affresco staccato applicato su incannicciato col “Gruppo di Clarisse” che decorava l’aula capitolare del convento di San Francesco a Siena (1320-1325). Un dipinto straordinario per intensità e bellezza. Il “San Michele Arcangelo vittorioso sul demonio”, frammento di una composizione più vasta in vetri policromi dipinti a grisaglia e in parte sgraffiti, un’opera originale che richiama la modernità, viene dal Museo civico e fino al 1955 era nei depositi.
Ma l’opera più strepitosa, da rimanere incantati, è la ricostruzione del ciclo di affreschi della cappella annessa alla rotonda romanica di San Galgano a Montesiepi, realizzati dall’artista verso il 1334 grazie ai denari di Ristoro da Selvatella, un oblato dell’abbazia cistercense di San Galgano. Gli affreschi negli anni Sessanta sono stati strappati per garantirne la conservazione. Così facendo sono stati recuperati anche gli eccezionali disegni tracciati da Ambrogio sull’arriccio. Da ammirare con attenzione il meraviglioso polittico della “Madonna col Bambino in trono con Virtù teologali, angeli musicanti, santi e profeti” dalla Chiesa di San Pietro all’Orto di Massa Marittima. Una tempera su tavole di legno di pioppo con oro, argento e lapislazzuli che fino al 1867 si trovava nella soffitta del convento di Snt’Agostino divisa nei cinque assi che la compongono, priva dei pinnacoli, della predella e della cornice. Ricordata da Ghiberti e da Vasari, è in relazione con i titolari della chiesa a cui era destinata e con San Cerbone patrono della città, accompagnato dalle oche secondo tradizione. E altrettanto si può dire per il trittico di San Michele Arcangelo che sconfigge il drago di Badia a Rofeno, o dall’Abbazia di Monteoliveto Maggiore. Senza dimenticare le storie di San Nicola ”in figure piccole” della Chiesa di San Procolo a Firenze, tavolette narrative d’intensa bellezza. Non a caso una di esse, “Il miracolo delle navi granarie” è stata scelta come copertina del catalogo. E ancora un altro aspetto di Ambrogio pittore civile, la coperta del registro di Gabella del secondo semestre 1344, una Biccherna con l’Allegoria del Buon Governo di Siena.

Info:
Siena, complesso museale di Santa Maria della Scala, Piazza del Duomo 1.
Orari: lunedì, mercoledì e giovedì dalle 10.00 alle 17.00; venerdì dalle 10.00 alle 19.00: sabato e domenica dalle 10.00 alle 20.00. Chiuso il martedì ad eccezione dei giorni 31 ottobre, 26 dicembre e 2 gennaio. Il 25 dicembre chiusura del museo e della mostra. Informazioni, prenotazioni e visite guidate 0577- 286300 e www.ambrogiolorenzetti.it

Autore: Laura Gigliotti

Immagine: Professione pubblica di San Ludovico di Tolosa (particolare) 1334-1340 Affresco staccato Siena, Basilica di San Francesco

Fonte: www.quotidianoarte.it, 25 ott 2017

Arte e beni Culturali in Fiera.

E’ giunto alla terza edizione il Salone dei Beni artistici e culturali di scena a Torino nella sede del Lingotto dal 17 al 21 novembre. Organizzata dalla società Iniziative di Roma e promossa dal Ministero per i Beni e le Attività culturali, dal Ministero degli Affari Esteri, dalla Città e Provincia di Torino in collaborazione con diversi enti e industrie, l’iniziativa si è proposta sin dal suo primo anno di vita come occasione di incontro e di confronto tra pubblico e privato, tra le istituzioni e le imprese per migliorare la gestione del patrimonio artistico culturale italiano e valorizzare una nuova rete di itinerari turistici diversa da quella già consolidata e già troppo affollata. L’attuale salone è diviso in 12 sezioni e tra convegni e incontri con personalità della cultura, mostre d’arte moderna e contemporanea, televisione, cinema, scienza e cultura materiale e laboratori didattici per i giovani, propone un calendario fitto di appuntamenti. Tra i convegni si segnala il 17 e 18 novembre “Beni culturali e Sviluppo del territorio” al quale sono stati invitati rappresentanti del Ministero per i Beni e le attività culturali di Regioni, Province e Comuni, soprintendenti, dirigenti di associazioni di tutela del patrimonio e dell’ambiente, e il 20 novembre, “Regioni, Beni culturali e sviluppo economico” nel quale interverranno Cesare Annibaldi, presidente di Palazzo Grassi e del Castello di Rivoli, Marialina Marcucci, vice presidente della Regione Toscana, Alberto Vanelli, direttore dei Beni culturali della Regione Piemonte, Massimo Zucconi, Presidente dei Parchi di Val di Cornia e l’imprenditore Enrico Mapelli. Due le mostre allestite in occasione del Salone: quella sul restauro della reggia sabauda della Venaria Reale e quella dedicata a ” L’ombra della sera” , poetico nome dato da D’Annunzio ad una piccola scultura bronzea del III secolo a.C. proveniente dalla collezione di tesori etruschi del Museo Guarnacci di Volterra.Anche il Salone dei Beni e delle attività culturali di Venezia, in programma al Centro culturale Zitelle della Giudecca dal 2 a 15 dicembre (inaugurazione il 1° dicembre alle 16) è al suo terzo anno di vita. Mentre resta confermata la sede della passata edizione in attesa che venga reso agibile uno spazio fieristico permanente nell’ambito dell’Arsenale, alcune modifiche riguardano, invece, l’ente promotore, Venezia fiere, con un nuovo presidente, Gabriele Zanetto e un nuovo amministratore delegato, Fulvio Landillo. Come curatore è confermato Antonio Brescacin, che quest’anno ha al suo attivo, in questa veste, anche il I Salone della fotografia moderna e contemporanea, svoltosi a Venezia dal 24 al 26 settembre. Rispetto alle edizioni precedenti quest’anno si profila una maggiore partecipazione delle imprese, quasi un terzo su un totale di un centinaio di espositori. Del resto nel tempo, l’appuntamento va sempre più specializzandosi nella direzione degli incontri tecnici e operativi. Il salone si pone, infatti, come punto di raccordo degli avvenimenti culturali quanto meno nel nord-est, promuovendo una borsa del turismo e delle sponsorizzazioni culturali, allo scopo di definire un calendario concordato delle iniziative culturali e di mettere in contatto l’ente (pubblico o privato) che formula un progetto con le persone o le risorse finanziarie in grado di realizzarlo.Due appuntamenti riguardano aspetti economici, normativi e giuridici: il primo in programma il 3 dicembre, tratterà del primo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro Federcultura per i lavoratori di questo settore che operano nei musei, nelle biblioteche e negli archivi, finora aggregati ad altre categorie di lavoratori. Il secondo previsto per il 14 dicembre, prenderà in esame le ” Fondazioni di Partecipazioni: pubblico e privato per il no profit” , un nuovo tipo di fondazione che non richiede come requisito preliminare la costituzione di un patrimonio.Quanto all’aspetto più specifico del Salone, vi saranno rappresentati 60 musei, si parlerà del documentario d’arte in Italia e del recupero della conservazione dei legni dei reperti marini. Di particolare rilievo la presentazione del restauro della Madonna dei Pellegrini di Caravaggio, nella chiesa di Sant’Agostino a Roma, curato dall’Istituto Italiano Arte Artigianato e Restauro di Roma.Intanto crescono i patrocinii istituzionali: a quelli del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione, della Provincia e del Comune di Venezia si è aggiunto significativamente, l’Alto Patrocinio del Presidente della Repubblica.Anche quest’anno viene confermato il premio alla Comunicazione, assegnato da una giuria di professionisti, coordinata da Adriano Donaggio, mentre nell’ambito del Salone si parlerà della possibile istituzione di un Prix Européen de valorisation du Patrimoine, a cura di Les Rencontres-Association des Villes et Régions de la Grande Europe pour la Culture.Per i visitatori dei Salone sono previsti sconti in tutti i musei della città e nei parcheggi comunali e dei Tronchetto.