Archivi categoria: Studi e ricerche

Francesca Pandimiglio. Orrore e sconcerto nell’iconografia cristiana in un capitello romanico della Chiesa di San Sisto a Viterbo.

A Viterbo la chiesa romanica di San Sisto (fig. 1), uno degli edifici ecclesiastici più antichi della città citato per la prima volta in un documento del 1068, fu costruita su un tempio pagano, dedicato forse a Venere o alla dea Fortuna, tra il IX e il XIII secolo.
I documenti, riportano che nel rione di Vico Quinzano, già alla fine dell’VIII secolo, nella zona, come ipotizzavano gli storici Pinzi e Signorelli, compresa tra le Fortezze, la Strada Romana e l’attuale chiesa in questione, c’era una piccola pieve, dedicata a San Marco. Le modifiche nel tempo sono state numerose in particolare nel XII secolo, quando l’abside venne incapsulata all’interno delle mura cittadine. Per compensare il dislivello tra il pavimento dell’edificio e le mura, il presbitero venne rialzato notevolmente e nella parte sottostante ad esso venne inglobata l’antica cripta. ..

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Autore: Francesca Pandimiglio – pandimigliofrancesca@gmail.com

Renato BILOTTO, Le nuove tecnologie multimediali nel settore culturale: il loro impatto sulla fruizione e sull’esperienza dei visitatori.

Oggi nei musei l’attenzione al pubblico e ai suoi bisogni è notevolmente cresciuta: relazioni e obiettivi delle istituzioni culturali (museali, archeologiche, ecc.) sono profondamente modificati. La loro inclinazione, fondamentalmente conservativa ed espositiva, sta inesorabilmente lasciando il posto a quelle educativa e comunicativa. I contesti culturali diventano, così, luoghi in cui chiunque può scoprire la cultura, interagire con essa e avere la possibilità di apprendere autonomamente grazie ai servizi sempre più protesi verso il coinvolgimento del fruitore. Da sempre coerenti con l’evoluzione culturale, i musei e i parchi archeologici non possono dunque pensare di trasformare la propria immagine senza ricorrere alle nuove tecnologie. In ambito culturale, le tecnologie hanno profondamente cambiato i sistemi tradizionali di tutela, gestione, valorizzazione e fruizione dei beni culturali e modificato le modalità di diffusione della cultura stessa.
L’uso delle ICT (Information and Communication Technology) ha permesso di realizzare un definitivo svecchiamento delle istituzioni museali e non, portando notevoli cambiamenti dal punto di vista della creazione, della produzione e del consumo dei beni culturali e allo stesso tempo ha consentito lo sviluppo di modelli comunicativi sofisticati basati sulle “3M” (museo, medium, mass-media). Negli ultimi anni l’applicazione nei musei di strumenti tecnologici all’avanguardia ha permesso di migliorare la comunicazione, l’accessibilità e la comprensione delle proprie collezioni, instaurando così un fitto dialogo tra la struttura museale e l’oggetto esposto da un lato e il visitatore dall’altro.

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Autore: Renato Bilotto – renato.bilotto@virgilio.it

Michele Santulli. Un Van Gogh sconosciuto… a Roma.

E’ proprio così, un incredibile e inedito dipinto di Van Gogh è stato presentato qualche mese addietro all’Auditorium di Roma in una selezione di cortometraggi su vari argomenti proposti alla stampa e al pubblico.
Il quadro in questione, capitato un pò per caso in uno di questi cortometraggi della rassegna romana la quale verteva su ben altre tematiche, fa parte delle due o tre opere del grande artista che più di tutte ne rispecchiano l’anima e la personalità.

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Autore: Michele Santulli – michele@santulli.eu

EXPRESSION – L’antropologia concettuale.

L’antropologia concettuale è la disciplina che analizza cause e moventi del comportamento umano attraverso tendenze sociali, comportamentali, rituali, espressioni intellettuali, credenze o creatività artistica; associa vari settori delle scienze umane e sociali per considerare il significato del comportamento, le abitudini e altri indicatori culturali. Ogni corrente e ogni espressione sociale ha un suo significato e permette di comprenderne le tendenze e le potenziali prospettive. L’antropologia concettuale è un nuovo campo di ricerca, che ha preso forma durante un congresso dell’Unione Internazionale delle Scienze Preistoriche a Florianopolis, in Brasile, nel 2011.
Il centro di ricerca Atelier, con sede in Valcamonica, Italia, è il centro mondiale di questa nuova disciplina. Recenti sviluppi hanno portato alla creazione di un settore editoriale dedicato all’antropologia concettuale che in sei anni ha prodotto oltre 50 volumi e la rivista trimestrale EXPRESSION in inglese, che giunge a ricercatori e istituzioni in 80 Paesi. Gli oltre 200 autori provengono da 42 nazioni di 5 continenti.
L’obiettivo di questa nuova disciplina è una vasta comprensione del comportamento umano e degli indirizzi culturali, fenomeni ricorrenti e isolati, evoluzioni e cambiamenti prevedibili e imprevedibili, non solo in economia e tecnologia, ma anche in tendenze sociali, etiche,
estetiche e spirituali, basandosi su l’associazione di conoscenze di varie discipline, dalla psicologia alla storia, dall’archeologia alla sociologia. È un viaggio permanente di ricerca e scoperta per una comprensione del pensiero e del comportamento umano. Il potere della mente sta nella capacità di capire, che si amplia unendo le conoscenze di discipline diverse.
Ogni disciplina ha la sua memoria come base per la ricerca e il progresso della disciplina stessa. La combinazione delle discipline è anche un’unione di conoscenze e concetti per una base più ampia di ricerca e cultura. Ogni operatore sociale, economico o politico aumenterebbe la propria efficienza approfondendo la conoscenza dell’antropologia concettuale.
Oggi i media accumulano la memoria tecnica e storica. Ma le intuizioni e le associazioni della mente umana sono ancora insostituibili. Il nostro essere e le nostre azioni sono radicati nella memoria. Il comportamento umano si basa sulla memoria. Quando si commettono errori, spesso questi derivano dall’annebbiamento della memoria. D’altra parte, i risultati positivi provengono dal suo buon uso. Non di memoria elettronica si tratta, ma del tipo di memoria che si trasforma in intuizione e riscoperta, la memoria proveniente dal profondo pozzo delle menti umane.
Di fronte alla moda dell’estrema specializzazione, che rischia di ridurre gli studiosi a tecnici e gli operatori a robot, l’antropologia concettuale va controcorrente. Senza dubbio i tecnici sono necessari, ma l’antropologia concettuale propone una nuova, anche se antica, tendenza della ricerca, imperniata sulla panoramica sapienza delle tendenze umane e sociali approfondite dalla vasta gamma delle discipline umanistiche e delle scienze sociali. Lasciamo che i tecnici e gli antropologi concettuali siano consapevoli dei loro diversi ruoli, lasciamo che facciano il loro lavoro e poi si arricchiscano a vicenda attraverso i risultati del loro impegno.
La ricerca ha una vera funzione sociale quando produce cultura. Quando la cultura è creativa e innovativa, promuove la crescita dell’intelletto e stimola inediti indirizzi del pensiero.
L’antropologia concettuale apre la mente a nuove prospettive di analisi sociale e concettuale, è una fonte di consapevolezza provocatoria e stimolante, è un arricchimento sano e benefico dell’intelletto per i giovani di tutte le età.
Il nostro mondo odierno, alla ricerca non sempre chiara del proprio domani, ha profondo bisogno di questo genere di cultura. Le pubblicazioni di Atelier presentano studi e ricerche di antropologia concettuale.
Aiutano ad apprendere senza insegnare.

Presentiamo il catalogo delle pubblicazioni di Atelier
(https://drive.google.com/open?id=0B6OYA4FSZhTOaVhFS3hCbUJobDg) – Atelier-Catalogo italiano-inglese febbraio 2017
e un numero omaggio della rivista EXPRESSION
(https://drive.google.com/open?id=1IRbttQWNHo1HkFCDat2tAFbGCfg2CssQ) – Expression 23
auspicando che voglia scoprire, ed anche contribuire a diffondere, questa nuova disciplina.

Autore: Emmanuel Anati

Info:
Atelier – Research Center for Conceptual Anthropology
Città della Cultura – Via Marconi 7, Capo di Ponte, 25044, Italy +39 0364/42392
www.atelier-etno.itatelier.etno@gmail.com

Michele SANTULLI. Il Ciociaro e Leonardo.

Quest’anno ricorre il 500° anniversario della morte di Leonardo da Vinci avvenuta il 2 maggio 1519 ad Amboise, cittadina sul fiume Loira nel Centro-Ovest della Francia, a un’ora di treno ad alta velocità da Parigi e dove è sepolto in una cappella del castello reale: infatti è qui che il Genio Unico trascorse i suoi ultimi tre anni di vita, ospite del re di Francia Francesco I in un piccolo castello distante pochi metri dal Castello reale, dedicandosi a tempo pieno alle sue predilezioni: gli studi di ingegneria e geometria, l’architettura, la scenografia e l’organizzazione di grandiose feste per la corte, i disegni di anatomia e di meccanica e di idraulica…

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