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EXPRESSION – L’antropologia concettuale.

L’antropologia concettuale è la disciplina che analizza cause e moventi del comportamento umano attraverso tendenze sociali, comportamentali, rituali, espressioni intellettuali, credenze o creatività artistica; associa vari settori delle scienze umane e sociali per considerare il significato del comportamento, le abitudini e altri indicatori culturali. Ogni corrente e ogni espressione sociale ha un suo significato e permette di comprenderne le tendenze e le potenziali prospettive. L’antropologia concettuale è un nuovo campo di ricerca, che ha preso forma durante un congresso dell’Unione Internazionale delle Scienze Preistoriche a Florianopolis, in Brasile, nel 2011.
Il centro di ricerca Atelier, con sede in Valcamonica, Italia, è il centro mondiale di questa nuova disciplina. Recenti sviluppi hanno portato alla creazione di un settore editoriale dedicato all’antropologia concettuale che in sei anni ha prodotto oltre 50 volumi e la rivista trimestrale EXPRESSION in inglese, che giunge a ricercatori e istituzioni in 80 Paesi. Gli oltre 200 autori provengono da 42 nazioni di 5 continenti.
L’obiettivo di questa nuova disciplina è una vasta comprensione del comportamento umano e degli indirizzi culturali, fenomeni ricorrenti e isolati, evoluzioni e cambiamenti prevedibili e imprevedibili, non solo in economia e tecnologia, ma anche in tendenze sociali, etiche,
estetiche e spirituali, basandosi su l’associazione di conoscenze di varie discipline, dalla psicologia alla storia, dall’archeologia alla sociologia. È un viaggio permanente di ricerca e scoperta per una comprensione del pensiero e del comportamento umano. Il potere della mente sta nella capacità di capire, che si amplia unendo le conoscenze di discipline diverse.
Ogni disciplina ha la sua memoria come base per la ricerca e il progresso della disciplina stessa. La combinazione delle discipline è anche un’unione di conoscenze e concetti per una base più ampia di ricerca e cultura. Ogni operatore sociale, economico o politico aumenterebbe la propria efficienza approfondendo la conoscenza dell’antropologia concettuale.
Oggi i media accumulano la memoria tecnica e storica. Ma le intuizioni e le associazioni della mente umana sono ancora insostituibili. Il nostro essere e le nostre azioni sono radicati nella memoria. Il comportamento umano si basa sulla memoria. Quando si commettono errori, spesso questi derivano dall’annebbiamento della memoria. D’altra parte, i risultati positivi provengono dal suo buon uso. Non di memoria elettronica si tratta, ma del tipo di memoria che si trasforma in intuizione e riscoperta, la memoria proveniente dal profondo pozzo delle menti umane.
Di fronte alla moda dell’estrema specializzazione, che rischia di ridurre gli studiosi a tecnici e gli operatori a robot, l’antropologia concettuale va controcorrente. Senza dubbio i tecnici sono necessari, ma l’antropologia concettuale propone una nuova, anche se antica, tendenza della ricerca, imperniata sulla panoramica sapienza delle tendenze umane e sociali approfondite dalla vasta gamma delle discipline umanistiche e delle scienze sociali. Lasciamo che i tecnici e gli antropologi concettuali siano consapevoli dei loro diversi ruoli, lasciamo che facciano il loro lavoro e poi si arricchiscano a vicenda attraverso i risultati del loro impegno.
La ricerca ha una vera funzione sociale quando produce cultura. Quando la cultura è creativa e innovativa, promuove la crescita dell’intelletto e stimola inediti indirizzi del pensiero.
L’antropologia concettuale apre la mente a nuove prospettive di analisi sociale e concettuale, è una fonte di consapevolezza provocatoria e stimolante, è un arricchimento sano e benefico dell’intelletto per i giovani di tutte le età.
Il nostro mondo odierno, alla ricerca non sempre chiara del proprio domani, ha profondo bisogno di questo genere di cultura. Le pubblicazioni di Atelier presentano studi e ricerche di antropologia concettuale.
Aiutano ad apprendere senza insegnare.

Presentiamo il catalogo delle pubblicazioni di Atelier
(https://drive.google.com/open?id=0B6OYA4FSZhTOaVhFS3hCbUJobDg) – Atelier-Catalogo italiano-inglese febbraio 2017
e un numero omaggio della rivista EXPRESSION
(https://drive.google.com/open?id=1IRbttQWNHo1HkFCDat2tAFbGCfg2CssQ) – Expression 23
auspicando che voglia scoprire, ed anche contribuire a diffondere, questa nuova disciplina.

Autore: Emmanuel Anati

Info:
Atelier – Research Center for Conceptual Anthropology
Città della Cultura – Via Marconi 7, Capo di Ponte, 25044, Italy +39 0364/42392
www.atelier-etno.itatelier.etno@gmail.com

Fondazione Civici Musei di Venezia: bollettino 2012.

Esce in questi giorni – con l’annuncio anche della straordinaria scoperta nei depositi del Museo Correr di un’importantissima Pietà riconosciuta e restituita a Vittore Carpaccio da Giorgio Fossaluzza – il settimo numero del Bollettino dei Musei Civici Veneziani: importante resoconto di studi e contributi scientifici del settore, a cura di Camillo Tonini e Cristina Crisafulli con la collaborazione del Centro di Catalogazione e di Produzione Multimediale e l’Archivio Fotografico della Fondazione Musei Civici di Venezia.
Edita da Skira/Musei Civici Veneziani (136 pagine, 80 illustrazioni, 22 a colori), la pubblicazione propone una serie di interventi scientifici su tematiche storico-artistiche connesse ai Musei e alle collezioni veneziane, continuo oggetto di studio e indagine – punto fondamentale dei programmi del direttore della Fondazione Gabriella Belli e dei responsabili di sedi – e fonte inesauribile di nuove conoscenze.
Sono tre le sezioni del volume: Collezioni – sezione monografica dedicata alla raccolta di cere nei Musei Civici Veneziani che dà il titolo al volume 2012 – Studi e Contributi e la sezione Attività.
Il Bollettino si apre innanzitutto con uno scritto di Andrea Daninos sulle problematiche connesse allo sviluppo della ceroplastica a Venezia e il contributo di Camillo Tonini e Diana Cristante sulla formazione e sulle peculiarità della preziosa raccolta conservata presso i Musei Civici Veneziani (con schede di catalogo di diversi studiosi per ciascuna opera).
Sono invece i testi scientifici della seconda parte della pubblicazione a illustrare, nello specifico, la recentissima scoperta di un’importante opera di Vittore Carpaccio che si viene ad aggiungere alla Madonna con il Bambino ricondotta allo stesso autore nel 2011, dopo che il restauro – come illustra nell’attuale Bollettino Andrea Bellieni – aveva permesso di leggere la firma “Vethor Scharpaco”.
L’assegnazione ora, per opera di Giorgio Fossaluzza,, della Pietà n. 1088 dei depositi del Correr al corpus del grande artista veneziano, autore delle storie di Sant’Orsola, risulta di assoluto rilievo, aprendo prospettive inedite sulla fase giovanile di Carpaccio, così rara di esempi nonostante i recenti recuperi.
Collocabile sul finire degli anni Ottanta, la tavola con la Pietà di nuova attribuzione (cm 60,1×82,2) sarebbe infatti preceduta unicamente dalla citata Madonna con il Bambino rinvenuta nelle stesse raccolte di Teodoro Correr. Originalissima sarebbe poi la scelta del tema per il quale Carpaccio, pur ancora legato al magistero belliniano, sembra rifarsi a modelli devozionali di matrice nordica e soprattutto alle posture e gestualità di qualche gruppo plastico.
Interessante è poi la proposta di Ettore Merkel che ravvisa in una grande tavola lignea a fondo oro, fresca di un lungo e difficile restauro, l’ancòna che Francesco Amadi avrebbe commissionato a Gentile da Fabriano, citata nei documenti, ma ritenuta perduta, e per molti anni collocata probabilmente in un’edicola votiva nella calle ove era il Palazzo della famiglia mercantile.
La cauta pulitura delle ridipinture non originali e la prudente velatura delle ferite inferte dal tempo e dagli uomini hanno permesso di recuperare la struttura lignea cuspidata che definisce la tavola proprio come un’ancòna o tabernacolo votivo di carattere privato, nonché la particolare raffinatezza di  molti tratti meno danneggiati del dipinto. Se si trattasse davvero dell’ancòna per Francesco Amadi, “una delle pochissime opere d’arte eseguite a Venezia dall’artista” – scrive Merkel – essa potrebbe testimoniare “con la sua data precoce e il suo stile ancora tardo-giottesco, quale fu l’incipit del Gotico Internazionale per Venezia”. 
Seguono nel Bollettino altri quattro saggi che offrono ricchi spunti per l’approfondimento e la comprensione di opere conservate nelle diverse sedi dei Musei Civici di Venezia e collocabili tutte tra XVIII-XIX sec.: si tratta dei disegni di Antonio Gaspari relativi a tre ville venete, analizzati da Massimo Favilla e Ruggero Rugolo; di due ritratti di Bartolomeo Nazari studiati da Paolo Delorenzi; del libro il Forestiere Illuminato di cui Juergen Schulz scopre altre due edizioni prima non segnalate e di un curioso manoscritto, con una versione in inglese di due canzoni del poeta ottocentesco Pietro Buratti, illustrato da Giuliano Averna.
Apre la sezione delle Attività un contributo di Giorgio Fossaluzza che espone i risultati più recenti della ricerca sulla grande vetrata colorata della chiesa veneziana di san Giovanni e Paolo a trent’anni da una mostra-studio su questo soggetto tenuta al Museo Correr.
Si succedono altri interventi che rendono conto del lavoro effettuato sulle collezioni e fondi conservati presso i Musei Civici Veneziani e in particolare su una serie di manoscritti conservati al Museo di Storia Naturale, di Francesco Bernardi e Giacomo Masato; un gruppo di modelli ottocenteschi d’imbarcazione tradizionali lagunari, provenienti dallo squero veneziano di Antonio e Giuseppe Casal, studiati e ridisegnati in scala da Fabio Santin; lo stato dell’arte della catalogazione in corso della raccolta di disegni di architettura conservati al Museo Correr, di Roberta Meneghetti; l’interessante fondo del drammaturgo Varagnolo nella Biblioteca di Casa Goldoni, di Anna Bogo, e il prezioso carteggio di De Lisi-Usigli conservato alla Galleria d’Arte Moderna di Ca’Pesaro, di Matteo Piccolo.
Conclude l’opera, come di consueto, l’elenco puntuale di tutta l’attività 2011 redatto a cura di Monica da Cortà Fumei e Claudia Calabresi.
Di seguito l’indice della pubblicazione e in allegato una selezione di immagini.
Il Bollettino 2012 è disponibile su richiesta da inviare a:
press@fmcvenezia.it o stampa@villaggioglobale.191.it

Indice:
COLLEZIONI
Andrea Daninos, La scultura in cera a Venezia. Note in margine a una mostra
Diana Cristante, Camillo Tonini, La cere nelle collezioni dei Musei Civici Veneziani
Isabella Collavizza, Diana Cristante, Marco Favetta, Marco Tosa, Rosssana Vitale d’Alberton, Catalogo
STUDI E CONTRIBUTI
Ettore Merkel, L’ancòna di Gentile da Fabriano per la dimora veneziana di Francesco Amadi a Santa Marina
Giorgio Fossaluzza, Ancora una primizia di Vittore Carpaccio nella raccolta Correr: la Pietà n. 1088*
Andrea Bellieni, Una Madonna col Bambino del giovane Carpaccio dai deposti del Museo Correr
Massimo Favilla, Ruggero Rugolo, Dalla Raccolta Gaspari del Museo Correr: le ville Contarini del Principe a Este, Grimani a Pontepossero e Giovanelli a Noventa Padovana
Paolo Delorenzi, Il professore e l’ereditiera. Gian Rinaldo Carli e Paolina Rubbi in due ritratti di Bartolomeo Nazari
Juergen Schulz, Albrizzi’s Forestiere illuminato: Corrections and Additions to the 2008 Catalogue of Editions, Imitations and Translations
Giuliano Averna, Una traduzione inglese per Pietro Buratti: “songs from the venetian of Pietro Buratti”
ATTIVITA’
Giorgio Fossaluzza, La Grande vetrata di San Zanipolo: acquisizioni e problemi aperti a trent’anni dalla mostra al Museo Correr
Francesco Bernardi, Giacomo Masato, La catalogazione dei fondi manoscritti della Biblioteca del Museo di Storia Naturale di Venezia
Fabio Santin, Dodici modelli di barche veneziane nelle collezioni del Museo Correr
Roberta Meneghetti, La catalogazione del fondo dei disegni di architettura del Museo Correr
Anna Bogo, “Morte ti spegne e Vita si rinnova”: la passione di un paladino di ogni arte respira ancora nella sua eredità. Domenico Varagnolo e il suo lascito alla Biblioteca di Casa Goldoni
Matteo Piccolo, Il carteggio de Lisi-Usigli a Ca’ Pesaro. Gli artisti
Monica da Cortà Fumei, Claudia Calabresi, Attività di conservazione e di valorizzazione 2011.

ELECTA

Electa nasce a Firenze nel 1945.

Il ruolo di Electa è chiaro fin da subito: interpretare e divulgare arte e monumenti, tutelandoli attraverso la conoscenza, la documentazione fotografia e la critica.
Dopo il trasferimento della casa editrice a Milano, alla fine degli anni cinquanta, si aprono nuovi orizzonti: nasce e rapidamente si sviluppa la produzione di volumi e riviste che faranno di Electa il primo editore di architettura del mondo.
Dal 1971 prende avvio anche la pubblicazione di cataloghi per mostre e, nel corso degli anni, si forma una struttura organizzativa in grado di gestire in piena autonomia grandi eventi espositivi.
In modo parallelo inizia anche la schedatura sistematica di musei e gallerie italiani. Nel settore delle esposizioni temporanee, Electa vanta oggi un’esperienza trentennale, avviata con la produzione dei cataloghi e progressivamente arricchitasi con le attività di organizzazione, gestione e promozione, sia direttamente sia nell’ambito delle concessioni museali.

Link: http://www.electaweb.it

SKIRA

Losanna 1928: Un giovane svizzero innamorato dell’arte Alberto Schira, che ha francesizzato il suo nome in Albert Skira, fonda una minuscola casa editrice. Nessuno può immaginare che questa sigla farà la storia dell’editoria d’arte nel mondo.
Parigi, anni ’30: Al 25 di rue de la Boétie c’è la sede parigina della casa editrice Skira. La frequentano Pablo Picasso e Henri Matisse, cui si devono i primi due straordinari libri della giovane casa editrice: le Metamorfosi di Ovidio con 30 acqueforti originali di Picasso e le Poésies di Mallarmé, per le quali Matisse ha creato 29 incisioni.
Ginevra, 1948: Per festeggiare i vent’anni della Skira, che ha trasferito la sede svizzera da Losanna a Ginevra e conserva a Parigi quella francese, Henri Matisse disegna di suo pugno la copertina del catalogo: un volto di donna che diverrà il simbolo della casa editrice, affiancato al celebre marchio con le maiuscole allungate.
Negli anni che seguiranno quel marchio farà il giro del mondo, contrassegnando libri e collane mitiche.
Oggi: Sono passati 80 anni dalla nascita di Skira e molte cose sono cambiate. La sede della holding del gruppo è ancora a Ginevra, ma il quartier generale si trova ora a Milano, in un grande palazzo del Cinquecento.
Skira pubblica oggi oltre 300 novità all’anno in italiano, inglese, francese, tedesco e spagnolo.
La qualità editoriale e quella visiva restano i caratteri distintivi fondamentali della casa editrice, che ha esteso il proprio orizzonte dalle arti visuali all’architettura, al design, alle arti applicate, sino alla moda e al cinema e più recentemente alla fotografia.
Skira è il maggior editore europeo di cataloghi di mostre ed è anche produttore e organizzatore di grandi eventi artistici.

Link: http://www.skira.net