Quando il mecenatismo si sposa con la grande industria (o la grande distribuzione) c’è pure un grande ritorno d’immagine per l’azienda in questione. Oltre ai vantaggi e benefici che, nel caso del mecenatismo culturale, si condividono, naturalmente, con il pubblico fruitore. Questo succede soprattutto in Francia dove una serie di leggi «ad hoc» relative al mecenatismo d’impresa hanno favorito l’acquisizione da parte delle aziende, che hanno beneficiato di forti agevolazioni, di tesori nazionali e d’interesse patrimoniale. In questi giorni all’Accademia di Francia di Roma – Villa Medici possiamo ammirare una mostra di disegni rinascimentali e barocchi italiani di pregevole fattura e di notevole importanza storica.
Le opere sono state scelte tra 130 disegni acquisiti l’anno scorso dal governo francese per il Museo del Louvre e per altri cinque importanti musei francesi. La mostra è stata possibile grazie al mecenatismo del Gruppo Carrefour (colosso della distribuzione) che, appunto, ha usufruito di due nuove normative: la legge 4 gennaio 2002, relativa ai musei di Francia, e della legge 1° agosto 2003, in materia di mecenatismo, associazioni e fondazioni che favoriscono la salvaguardia dei tesori nazionali. Ma in che cosa consiste quest’operazione? Le opere, della cui vendita si sarebbe dovuta interessare Sotheby’s, appartenevano a un collezionista che le aveva «amorevolmente» raccolte nell’arco di un trentennio. Nel ‘gabinetto dei disegni’ illustri maestri come Correggio, Lotto, Fra Bartolomeo, Parmigianino, Veronese, Tintoretto, Giulio Romano, Polidoro di Caravaggio, Perin Del Vaga, ecc. Il Gruppo Carrefour, usufruendo dei vantaggi fiscali previsti dalla legge, li ha acquistati per conto degli importanti istituti museali francesi. E di fatto sono diventati proprietà dello Stato. La legge (4 gennaio 2002) che ha creato la nuova etichetta “Museo di Francia” (inteso come organismo culturale “attivo” e non semplice contenitore di opere d’arte) e che ha introdotto nuove misure fiscali per le operazioni di ‘mecenatismo culturale’ sta raccogliendo i primi frutti.
Il meccanismo prevede che le imprese soggette all’ imposta sulle società possano beneficiare di una riduzione fiscale pari al 90% dei versamenti effettuati a favore dell’acquisto di Beni culturali per i musei di Francia.
Autore: Natalia Poggi
Fonte:Il Tempo