Villa Obizza di Bottaiano, piccolo borgo nel Comune di Ricengo (Cremona), è l’unico esempio di grande dimora storica lombarda realizzata secondo i canoni e gli stili architettonici delle famose ville venete. Voluta da Giò Matteo Obizzi, consigliere della città di Crema, alla fine del 1600 la villa venne terminata nel 1702 come risulta da due epigrafi poste sull’edificio. Un secolo più tardi cominciava un progressivo abbandono e, se nell’area della villa continuava l’attività agricola, l’edificio adibito a residenza divenne deposito per le derrate, anche se nel 1912 venne posta sotto vincolo artistico.Passata di mano da un proprietario all’altro questo monumento, già inserito peraltro fin dal 1996 nell’Elenco del Patrimonio mondiale dell’Umanità dell’UNESCO, rischia, per un persistente stato di degrado e di abbandono che perdura da oltre quindici anni, di crollare se non si interviene con un restauro di consolidamento strutturale.
Un’azione di restauro che deve prevedere, già una successiva azione di gestione, di promozione e di fruizione al fine di poter dialogare con il territorio e con i suoi attori.
Ed agendo proprio in un’ottica di pianificazione culturale, dove lo sviluppo del territorio viene attuato anche attraverso un bene di natura culturale, questa villa potrà essere salvata e riutilizzata in un’ottica di condivisione di strategie e obiettivi
Alla fine del 2005 viene costituito, dopo una serie di incontri preparatori realizzati per sensibilizzare l’opinione pubblica, l’Associazione Amici di Villa Obizza.
L’Associazione, nel febbraio 2006, riesce a fare siglare un protocollo d’intesa tra la Soprintendenza per i Beni Culturali (Arch. Luca Rinaldi) e la provincia di Cremona, inserendo la Villa negli otto edifici in emergenza da mettere al più presto in sicurezza. Nel luglio 2006 la Provincia di Cremona firma con la proprietà della Villa una dichiarazione d’intenti per l’acquisto entro sei mesi.
Ad oggi, individuato il tipo di soggetto giuridico, che dovrà diventare proprietario della Villa, viene costituita una Fondazione in partecipazione tra pubblico e privato.
Alla Fondazione aderiscono, oltre alla Provincia di Cremona e al Comune di Crema e al comune di Ricengo, altri dieci Comuni limitrofi e una quindicina fra aziende e privati, una sinergia tra pubblico e aziende in un’ottica di cultura d’impresa. Insieme si adoperano per raccogliere i 190 mila euro necessari all’acquisto.
La Villa sarà acquistata e il Ministero parteciperà con un finanziamento di 270 mila euro per la messa in sicurezza, che non avrebbe potuto essere elargito se la villa fosse rimasta in mano privata. E’ stata decretata dalla Soprintendenza l’immediata cantierabilità dell’edificio, ed i lavori di recupero partiranno a settembre.
Le leggende popolari hanno da sempre tramandato la storia della Villa Obizza, ora, nonostante l’incuria degli uomini, la memoria e le tradizioni del passato, combattono contro l’oblio e rivivono ogni qualvolta ci si ferma ad ammirare la maestà di una villa veneta nella semplicità della campagna cremasca.