E’ una chiave inedita quella scelta dallo studioso Luciano Bellosi per la mostra «Masaccio e le origini del Rinascimento», da ieri inaugurata nelle due sale di Casa Masaccio a San Giovanni Valdarno.
Muove dal piccolo, da umili terrecotte – qualcuna addirittura fatta a stampo e tirata in molti esemplari – per raccontare la rivoluzione di un’epoca e di una visione del mondo, insieme ai suoi protagonisti. «E un nuovo tentativo di interpretazione, che rintraccia proprio nel recupero della tecnica scultorea degli antichi, andata perduta nel Medioevo, il primo passo verso il Rinascimento» spiega Bellosi. Una lettura nuova sui primi trent’anni del Quattrocento, centrata sulla figura di Masaccio, dei suoi maestri e dei suoi seguaci, che propone una quarantina di capolavori assoluti, alcuni dei quali mai visti in Italia e arrivati fino al paese natale dell’artista da musei stranieri, accompagnati da un’assicurazione di oltre 400 milioni di euro.
E’ il caso del «Sant’Andrea» di Masaccio del Paul Getty Museum di Los Angeles, di altre opere di Filippo Lippi, con l’esposizione della tavola della «Madonna col bambino» del Fitzwilliam Museum di Cambridge, dell’Angelico con la novità di una «Tebaide» recentemente ritrovata nei depositi del museo Szepmuveszeti di Budapest dallo studioso Miklos Boskovits, di una «Santa con due fanciulli» di Paolo Uccello, acquistata dallo Stato (per 2 miliardi e mezzo di vecchie lire all’asta di Finarte), donata alla Galleria degli Uffizi ed esposta per la prima volta al pubblico.
Una mostra che si propone come evento clou delle celebrazioni del sesto centenario della nascita dell’artista, che si apre con le terrecotte e i due crocifissi lignei di Brunelleschi e Donatello (l’uno dalla basilica di Santa Maria Novella, l’altro da Santa Croce), testimoni appunto del primato della scultura nel rinnovamento che poi culminerà nell’architettura e nella pittura. Prosegue con le opere di Donatello, con un marmo di Michelozzo (una ‘Madonna col bambino’ rinvenuta qualche mese fa in una chiesa sulle Apuane), con Nanni di Bartolo, Luca della Robbia, prima di arrivare a Masaccio con la «Madonna del solletico» degli Uffizi, la «Crocefissione» che arriva dal Museo Capodimonte di Napoli, in «Sant’Andrea», il «San Paolo» da Pisa, e la «Storia di San Giuliano» dal Museo Horne. Accanto, due tavole di Masolino, con la predella «San Giuliano» (dal Musèe Ingres di Montauban) e un «Evangelista» (da una collezione privata di New York) per ripercorrere lo stretto rapporto tra i due artisti. Su tutto primeggia il genio iniziatore di Masaccio (celebrato anche agli Uffizi con un percorso didattico) e prossimamente anche alla chiesa del Carmine con uno spettacolo multimediale sulla Cappella Brancacci.
La mostra a Casa Masaccio, curata da Luciano Bellosi con Laura Cavazzini e Aldo Galli, è accompagnata dal catalogo Skira (35 euro), e promossa dal comitato scientifico con Luciano Berti, Cristina Acidini, Antonio Poalucci, Giorgio Bonsanti, Miklos Boskovits, Anna Maria Maeztke, Anna Padoa Rizzo.
Aperta fino al 21 dicembre (tutti i giorni 920), ingresso 7 euro (5 ridotto).
Info 055943788.
Autore: Ma Amorevoli
Fonte:La Repubblcia