Oltre 200 tra dipinti, disegni, incisioni, miniature, sculture, medaglie, cassoni dipinti; circa 100 musei e collezioni di tutto il mondo coinvolti nell’impresa.
Questi i numeri della grande mostra Andrea Mantegna e le Arti a Verona 1450 – 1500 che prenderà il via il 16 settembre prossimo e resterà aperta al pubblico, nel Palazzo della Gran Guardia, sino al 14 gennaio 2007.
L’esposizione si inserisce nel progetto del Comitato Nazionale per le Celebrazioni del quinto centenario della morte di Andrea Mantegna, che ha concepito un evento unico articolato in tre sedi con tre mostre che si svolgeranno, contemporaneamente, a Padova, Mantova e Verona. All’attività espositiva sarà affiancata, com’è naturale, quella di ricerca, i cui risultati verranno esposti in un Convegno Internazionale di Studi che si terrà nell’autunno 2006 cui sarà affidato il compito di approfondire e discutere i risultati e gli interrogativi sollevati dalle mostre.
Le tre esposizioni saranno incentrate ciascuna intorno alle opere più rappresentative della città: a Padova, punto di partenza sarà proprio la formazione del pittore nella bottega di Francesco Squarcione e la ricostruzione degli affreschi della cappella Ovetari, in parte distrutti nel 1944; Mantova darà conto di quasi cinquant’anni di lavoro di Mantegna alla corte dei Gonzaga, culminati con la Camera degli Sposi.
Il nucleo centrale della mostra di Verona sarà invece rappresentato dalle due opere realizzate da Andrea per Verona: il Trittico di San Zeno del 1456-59 e la Madonna in gloria fra santi e angeli eseguita per la chiesa di Santa Maria in Organo del 1497 (ora al Castello Sforzesco di Milano).
La mostra è l’eccezionale occasione per impegnarsi a ricomporre temporaneamente il Trittico di San Zeno, le cui predelle sono ora a Tours e a Parigi, e per riportare a Verona, per la durata della manifestazione, la Madonna in gloria fra santi e angeli ora a Milano.
Ma è anche occasione per verificare l’autografia della Sacra Conversazione e del Cristo portacroce di Castelvecchio, opere non unanimemente riconosciute al maestro.
Il Trittico di San Zeno e la Madonna in gloria rappresentano il fondamentale punto di partenza per gli artisti veronesi del periodo e segnano, idealmente ma anche concretamente, l’inizio e la fine dell’intervallo temporale entro cui si sviluppa l’arte del primo Rinascimento, che in città conserva caratteristiche abbastanza omogenee sino alla fine del XV secolo. Le due monumentali opere dipinte da Mantegna per Verona esercitarono anche localmente un profondo influsso sull’arte contemporanea e successiva, imprimendo di sé un’intera cultura artistica sia per quanto riguarda la pittura e la scultura sia per quanto riguarda l’architettura. Sarà presente in mostra anche una significativa scelta delle opere incisorie autografe di Andrea, che pure ebbero, e a livello non solo iconografico, un forte impatto, anche a distanza di tempo, sulla vasta produzione delle botteghe locali.
Da questi importanti nuclei di riferimento la mostra intende prendere avvio, per presentare il multiforme mosaico culturale veronese del tempo, il più alto dell’intera sua civiltà figurativa.
Per la prima volta sarà possibile ammirare, riunite, le più importanti opere dei maggiori artisti attivi a Verona nel seconda metà del Quattrocento.
Sono dipinti attualmente ospitati in musei e collezioni di tutto il mondo, e raccoglierli consentirà non solo di avere un quadro chiaro della realtà culturale veronese dell’epoca ma anche di valutare l’autografia di opere ancora di incerta attribuzione e di risolvere problemi tuttora aperti (ad esempio le influenze pierfrancescane sul gruppo delle Madonne di Francesco Benaglio).
Da questo eccezionale momento artistico emergono personalità di grande interesse, ancora poco studiate, ma tutt’altro che minori, come quelle di Francesco Benaglio (circa 1432-1492), Francesco Bonsignori (circa 1460-1519), Liberale da Verona (1445- 1526/29), Domenico Morone (circa 1442- dopo il 1518) e i suoi allievi, protagonisti di un periodo che ha visto Verona rendere omaggio a Mantegna ma guardare con eguale interesse ad altri centri artistici e trovare, grazie ai pittori locali, una intensissima ed affascinante identità.
Se le influenze del grande artista padovano sono infatti innegabili, altrettanto evidenti sono i rapporti tra i veronesi e la cultura di ambito squarcionesco-donatelliano, le aperture a Venezia nel momento in cui era all’apice il confronto Giovanni Bellini – Antonello da Messina e si diffondeva la pittura narrativa di Carpaccio, le relazioni con Mantova (e quindi con la pittura lombarda) anche dopo la morte di Mantegna.
In tale contesto emergono fondamentali legami tra pittura e miniatura, con Liberale da Verona e Francesco e Girolamo dai Libri, tra pittura e scultura, con fra Giovanni e Giovanni Zebellana, tra pittura su tela e affresco, con Domenico e Francesco Morone, solo per fare alcuni esempi. Gli studiosi hanno inoltre sottolineato la grande abilità disegnativa di alcuni dei maestri veronesi, in particolare Francesco Bonsignori, da analizzare in stretto confronto col corpus grafico di Mantegna.
Il percorso espositivo dedicherà particolare attenzione alla miniatura e al disegno, esposti e presentati insieme ai coevi codici e incunaboli, la cui produzione costituisce una delle esperienze più caratterizzanti del periodo.
Un’ampia sezione sarà dedicata alla cultura antiquaria veronese stimolata dalla conoscenza dell’opera di Mantegna e all’architettura locale ispirata a modelli classici. Vi saranno presentati significativi elementi architettonici (rilievi, capitelli figurati, fregi, paraste, ecc.) provenienti da edifici rinascimentali, modellini appositamente realizzati dei principali monumenti del periodo (in primis la celebre Loggia del Consiglio attribuita tradizionalmente a fra Giocondo, fulcro della sezione) e, accanto a questi, una selezione di pregiate medaglie coniate da artisti veronesi, dai prototipi di Pisanello ad esemplari di Matteo de’ Pasti, Pomedello e Giovan Francesco Caroto.
Non meno rilevante, tra le sfaccettature della produzione artistica locale di ispirazione antiquaria, è la pittura di ‘cassoni’ e l’arte della tarsia lignea, campi di applicazione nei quali i veronesi sono riconosciuti tra i maggiori specialisti del tempo.
Un itinerario nel territorio, inoltre, consentirà di ammirare i principali cicli di affreschi e molti altri dipinti e sculture lasciati nella loro collocazione abituale, in chiese e musei locali.
La mostra si propone dunque, all’interno di un percorso di ricerca e analisi complementare con le città di Mantova e Padova, di suggerire un ulteriore approfondimento della conoscenza dell’arte di Mantegna e insieme di esplorare interessanti campi di studio ancora quasi vergini, che potrebbero sfociare in successive esposizioni monografiche su singole personalità importanti della pittura veronese fino al primo Cinquecento e antecedente alla Maniera.
Un’occasione unica per celebrare il quinto centenario della morte di Andrea Mantegna con opere importantissime per l’arte italiana e, allo stesso tempo, per studiare ed apprezzare un periodo esemplare della storia artistica veronese, che presenta punte di altissima qualità e interesse, riconosciute da Giorgio Vasari, così come da Bernard Berenson e Rudolph Wittkower.
Info:
in mostra fino al 14/01/2007
Verona, Palazzo della Gran Guardia, Piazza Bra’, 1
Telefono: 045 8062611 , Fax: 045 8010729