ROMA ARRIVA una legge sul libro e in generale sulla promozione della cultura italiana all´estero: il sottosegretario delegato ai beni librari Nicola Bono l´ha annunciata ieri alla «giornata della comunicazione sulle biblioteche e sulle iniziative per la promozione del libro» organizzata dal ministero della cultura. Se, come ci promette, arriverà in commissione, sarà la prima volta nella storia della Repubblica: fin´ora se n´è sempre parlato, gli editori l´hanno chiesta a gran voce, ma non si è andati oltre le norme sugli sconti praticabili nelle librerie. L´idea questa volta è di costituire, ci dice il sottosegretario, «una società per azioni che abbia l´incarico di coordinare soggetti istituzionali e privati, insomma un soggetto unico che si occupi della promozione nel mondo». Una legge che guarda all´estero. «La presenteremo presto, non appena concordate le coperture finanziarie, ma è già elaborata». La notizia è venuta fuori, un po´ imprevista, in un contesto dedicato a un tema vicino, ma diverso. Di scena ieri erano le biblioteche, punto dolente nel sistema-libro in Italia. A questo proposito ci sono buone notizie: ora si potrà fare una qualsiasi ricerca bibliografica da casa propria attraverso il computer potendo contare su una rete di 1400 biblioteche, a partire dalla 46 nazionali per arrivare a tutte le altre. Lo sforzo, che va avanti da tempo, ha raggiunto un traguardo importante. Non tutto il materiale di queste biblioteche è ancora in linea, ma è ormai disponibile globalmente il 20 per cento del patrimonio librario nazionale. Sembra poco, non lo è. Il «catalogo unico» on-line (www.superdante.it) e il programma «Rinascimento», che permette di leggere testi classici semicancellati o «sovrascritti» grazie all´uso dei raggi X. Non è grazie a questa raffinatezza, i motivi sono certo più terra terra (come la possibilità di consultare Internet gratis, o quella di avere un posto tranquillo per studiare), però il pubblico delle biblioteche italiane, dicono al ministero, è aumentato negli ultimi anni, e nel 2001 è salito del 10 per cento. Tutto bene, dunque? All´Aie, l´Associazione degli editori che segue molto da vicino tutto quanto riguarda il mondo del libro, ricordano però che l´Sbn è ottimo e tuttavia il problema delle biblioteche rimane grave. Il problema non riguarda direttamente il ministero (che controlla solo le 46 nazionali), però il sistema continua a far acqua. Soprattutto – come ci ricorda Laura Novati – resta il «buco» di quelle scolastiche: che semplicemente non esistono. O non possono funzionare per mancanza di fondi, di personale, e anche di volontà. Dopo le biblioteche di «pubblica lettura», grande traino per la lettura infantile, con la scuola dell´obbligo si apre una voragine, che divora i lettori di domani. Risponde Bono: «Noi possiamo agire direttamente solo sulle nostre 46. Ma attraverso i nuovi servizi interveniamo anche sulle altre, aumentando le possibilità di utilizzarle».
Autore: Mario Baudino
Fonte:La Repubblica