PADOVA: Adottiamo un Gigante.

L’Arpai raccoglie fondi per il restauro della Sala dei Giganti in Palazzo Liviano e la Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo contribuisce con 250mila eur.

Occorre intervenire, con urgenza, per salvare il ciclo di affreschi dei “Giganti”, ovvero dei cinquanta uomini illustri, in prevalenza personaggi romani del periodo repubblicano e imperiale, ma anche Carlo Magno, raffigurati nel salone al primo piano del Liviano, una delle sedi più prestigiose dell’Università di Padova.

Il progetto della Soprintendenza dei Beni Artistici e Storici del Veneto Orientale (Anna Maria Spiazzi), affidato a Fabrizio Magani, è già predisposto. Esiste anche una parte consistente dei fondi: dei 550mila euro previsti nel preventivo, 250mila sono già stati messi a disposizione dalla Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e 150mila dall’Arpai (Associazione per il Restauro del Patrimonio Artistico Italiano), che si è anche attivata per trovare sponsor privati, raccogliendo, per ora, adesioni per altri 60mila. Con l’iniziativa «Adottiamo un Gigante» si prevede di racimolare i quasi 100mila euro che ancora mancano all’appello. Ed è già scattata l’operazione “top ten”: gettonatissimi Romolo e Giulio Cesare, ma, alla fine, nella targa gratulatoria, compariranno solo i nomi dei benefattori senza menzioni relative a particolari adozioni. La rispondenza sembra buona, anche perché il salone è da sempre aperto alle iniziative culturali e ai concerti e si spera, quindi, che tutte le istituzioni che ne hanno beneficiato possano, in questo modo, contraccambiare.Il salone venne una prima volta affrescato tra il 1367 e il 1379 (si fanno i nomi del Guarienti e dell’Altichiero), su proposta del signore di Padova Francesco il Vecchio da Carrara con intenti celebrativi della sua famiglia.

Del ciclo originario, ideato come parallelo figurativo del De viris illustribus, la serie di biografie di antichi uomini famosi di Francesco Petrarca, si conservano pochi stralci tra cui proprio l’immagine del grande poeta. Nel Cinquecento infatti, a causa della ristrutturazione del Palazzo e complice un incendio, della primitiva decorazione non rimase quasi più nulla. Intorno al 1540 , sia pure aggiornando il programma iconografico alla nuova situazione storica di una Padova ormai appartenente alla Serenissima e con qualche nostalgia per l’impero se non romano, quello sacro di Carlo Magno, il ciclo fu interamente ridipinto da Domenico Campagnola con apporti di Stefano dall’Arzere, forse anche con la partecipazione di artisti non padovani quali Lamberto Sustris.

Attualmente negli affreschi si nota la presenza di diffuse fessure, che provocano il distacco di colore. L’Università di Padova, proprietaria dell’immobile, ma priva dei mezzi per procedere al restauro, ha però provveduto da parte sua a finanziare le indagini preliminari (rilievi, indagini climatologiche e scientifiche) che sono già state completate. La fase successiva è quella della gara d’appalto per affidare i lavori di restauro, che dovrebbe essere indetta a inizio estate. Si spera in questo modo di potere iniziare i lavori entro la fine del 2005 e che questi possano concludersi, in un anno, alla fine del 2006. Per assicurare una rapida conclusione dei restauri il salone dei Giganti verrà chiuso, in modo che si possa procedere, in contemporanea, su diverse zone.

Autore: Lidia Panzeri

Fonte:Il Giornale dell’Arte on line