MOSTAR – Il ponte di Mostar, capolavoro dell’architettura islamica del ‘500, fino al 9 novembre 1993 univa le due sponde della città della Bosnia Erzegovina separate dal fiume Nerevta. I bombardamenti della guerra fratricida lo distrussero. Oggi, giovedì 27 giugno, è iniziata la ricostruzione di questo ponte, simbolo dell’unione e della convivenza pacifica tra etnie diverse. Il primo colpo di scalpello lo ha dato il presidente della Repubblica italiana Carlo Azeglio Ciampi nella prima tappa della sua visita in Bosnia-Erzegovina.
" La distruzione nel ’93 del ponte di Mostar, capolavoro dell’architettura islamica del XVI secolo, fu una offesa ai nostri comuni valori culturali e a un patrimonio che, in questa regione, costituisce una comune eredità – ha detto Ciampi davanti al presidente della Presidenza Tripartita di Bosnia-Erzegovina Beriz Belkic – quell’atto barbaro, così come la distruzione in Afghanistan delle grandi statute di Buddha, ci ammonisce che senza valori etici e culturali l’esperienza umana cade nelle tenebre. Oggi l’avvio della ricostruzione di questo ponte ci rincuora sull’impegno della comunità internazionale e soprattutto sulla volontà delle etnie musulmane, croate e serbe di vivere insieme" .
Ciampi ha ricordato che " questi ponti costituiscono il motivo dominante delle immagini che contraddistinguono le banconote in euro. Il ponte di Mostar torna ad essere un simbolo dei valori della civiltà europea: una civiltà ricca di tradizioni plurime e di un sentire comune ispirato ai valori della libertà e dei diritti fondamentali della persona" . Il presidente bosniaco Belkic ha auspicato che " questo evento simbolo di fiducia dimostri come sia possibile costruire una società e uno stato in Bosnia-Erzegovina fondato su basi di giustizia. Il vecchio ponte con le sue arcate maestose rappresentava il forte legame tra le due sponde, simbolo dei rapporti di rispetto e fiducia tra etnie diverse. La sua ricostruzione può essere un atto di fiducia nel futuro e nel progresso, per il ritorno alla dignità che con la guerra c’è stata contesa. Ma noi siamo più potenti dei distruttori" .
Fonte:La Repubblica