La cura dei territori storici: condizione per la salvaguardia del patrimonio d’arte ivi diffuso?

Nel ringraziare la rivista Kermes per avere scelto di aprire uno specifico Dossier per pubblicare gli interventi che sviluppassero criticamente i problemi posti dalla nota di
Mnemosyne, mi onoro di chiedere, alle riviste di cultura che ricevono questo messaggio, la disponibilità a esprimere il loro parere sugli stessi problemi, possibilmente con particolare attenzione all’auspicio di Giovanni Urbani, che chiedeva che “il fare umano sia integrativo e non distruttivo della bellezza del mondo”.
Auspicio che postula particolare attenzione al rapporto tra urbanistica e salvaguardia-valorizzazione del patrimonio di storia e d’arte che manifesta l’intrinseca musealità di ogni territorio umanizzato, soprattutto mentre si continua a non “avvertire la terribile novità storica dell’esaurirsi del proprio ambiente di vita”.
Mentre si avvicina il L° dell’alluvione di Firenze (e mentre, sempre più spesso, dobbiamo assistere a eventi indotti dalle medesime cause di quel disastro) pare non secondario chiedere, alle riviste di cultura, riflessioni che consentano di mantenere viva “la presenza materiale del passato”, quale “componente primaria dell’ambiente”.
In questa prospettiva, con questo Dossier, si vorrebbe contribuire a maturare una cultura che postuli i territori storici quali “risorse di cultura”, da vivere e da far vivere anche grazie a norme di legge che smettano di essere veicoli di consumo degli stessi territori e delle risorse di storia e d’arte che li costituiscono.
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Pietro Segala – Istituto Mnemosyne, Brescia – Tf.: 329.8642280
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