FIRENZE. Dopo il restauro, il Battistero torna a risplendere.

“E’ il monumento forse più amato da parte dei fiorentini, anche perché molti di loro sono passati da qui al momento del battesimo, quindi essere riusciti a coinvolgere la base dei fiorentini per noi va al di là della somma, che pure è rilevante, perché copre oltre il 10% dell’intero investimento”.
Con queste parole Franco Lucchesi, presidente dell’Opera di Santa Maria del Fiore, celebra la fine dei lavori di restauro del Battistero di Firenze.
Dopo un anno e nove mesi di lavori e a settanta anni dall’ultimo intervento torna a risplendere, per la gioia dei turisti e dei fiorentini uno dei capolavori della città e del nostro patrimonio artistico. I lavori di restauro hanno interessato il rivestimento marmoreo delle otto facciate esterne, delle falde di copertura e della lanterna del Battistero, un intervento conservativo per eliminare gli strati d’incrostazioni e i depositi di sostanze inquinanti, oltre a consolidare e ridefinire gli elementi in marmo che si sono rovinati con il tempo.
Il sindaco di Firenze, Dario Nardella: “Il bel san Giovanni, come lo ha descritto Dante, è uno dei monumenti più belli, amati e sentiti come propri dai fiorentini, quindi come sindaco voglio condividere questa gioia con tutti loro”.
Il restauro, diretto dall’Opera di Santa Maria del Fiore, è costato 2 milioni di euro, finanziati dall’Opera stessa e in parte da risorse raccolte con la campagna di crowdfunding a cui hanno risposto migliaia di cittadini.
Il restauro del Battistero è stato particolarmente complesso perché le otto facciate presentavano stati di conservazione diversa, sia per le caratteristiche dei materiali che per le differenti esposizioni agli agenti atmosferici. A supporto dell’intervento sono stati effettuati rilievi laser, studi iconografici e storici e campagne diagnostiche eseguite dall’Università degli Studi di Firenze e dall’ICVBC – CNR. Anche il restauro della lanterna è stato molto impegnativo, si è dovuti intervenire anche con lavori di consolidamento della struttura e con la rimozione dell’alterazione della doratura della palla e della croce.

Fonte: www.quotidianoarte.it, 27 ott 2015