VERONA. Picasso. Figure (1906-1971) 90 opere in esposizione.

Un’opera per ogni anno della vita di Pablo Picasso nell’arco temporale che va dal 1906 fino all’inizio degli anni ‘70: questa la novità assoluta della grande mostra che ha aperto ad AMO Arena Museo Opera di Verona.
Dopo anni dall’ultima retrospettiva milanese dedicata al più ecclettico degli artisti del Novecento, tornano per la prima volta in Italia 90 opere tra le quali Nudo seduto (da Les Demoiselles d’Avignon del 1907), Il Bacio (la piccola e struggente tela del 1931) e La Femme qui pleure e il Portrait de Marie-Thérèse entrambe del 1937, solo per citare alcuni dei capolavori tra i molti concessi in prestito dal Musée national Picasso – Paris.
Opere di pittura, scultura e arti grafiche creano un percorso capace di raccontare la metamorfosi a cui l’artista sottopone la rappresentazione del corpo umano, mentre la sua arte attraversa le fasi del pre-cubismo, del Cubismo, l’età Classica e il Surrealismo, fino a giungere agli anni del dopoguerra, superando le barriere e le categorie di “ritratto” e “scena di genere” per giungere sempre a un nuovo concetto di “figura”: quella che rese Picasso costruttore e distruttore al tempo stesso di un arte solo sua, dal fascino inesauribile.
Il viaggio nel processo creativo picassiano, attraverso le sei sezioni di mostra, porta a scoprire il perché delle produzioni in serie e del riprendere sempre lo stesso soggetto da parte del Maestro, per riprodurlo nel corso degli anni (e cavalcando le diverse epoche e stili) al fine di raccontare quanto fosse ossessivo per lui il ripetersi, nelle proprie creazioni, della figura umana e dei ritratti.
Tra foto e filmati d’epoca che accompagnano il visitatore alla scoperta del vissuto dell’artista, la mostra abbraccia l’arco temporale della sua produzione che va dal 1906 fino agli anni inizi degli anni ‘70 e racconta – oltre all’entourage intellettuale e letterario e agli studi sul movimento – anche la ricerca durante il primo dopoguerra di un nuovo primitivismo attraverso il disegno infantile, le fonti preistoriche e quel desiderio di liberarsi dalle forme che durerà fino agli anni ‘40.
LA MOSTRA
Prima sezione – 1907-1916. Decostruzione e ricostruzione cubista. Le opere presenti in questa sezione sono: Nudo seduto (1906-1907); Nudo disteso (1908); Nudo in piedi (1908); Uomo con mandolino (1911-1913); Studio per donna con camicia in poltrona (1913); Uomo con baffi (1914). Seconda sezione – 1917-1924. Reinvenzione della linea classica. Le opere presenti in questa sezione sono: Danzatori (1917); Coppia di danzatori (1917); Arlecchino (1918); Bozzetto per la copertina dello spartito Ragtime di Igor Stravinsky (1919); Testa femminile (1921); Ritratto d’ adolescente in costume da Pierrot (1922); Olga col collo di pelliccia (1923).
Terza sezione – 1925-1936. Metamorfosi surrealiste. Le opere presenti in questa sezione sono: Donna con gorgiera (1926); Donna in poltrona (1927); Il Bacio (1929); Il Bacio (1931); Donna che legge (1935); Donna con orologio (1936); Minotauro (1937); Ritratto di Marie-Thérèse (1937).
Quarta sezione – 1937-1945. Figure di guerra. Le opere presenti in questa sezione sono: Donna che piange (1937); Busto di donna con cappello a righe (1939); Donna con cappello seduta (1939); Ragazzo con l’aragosta (1941).
Quinta sezione – 1945-1953. Ritorno alle origini. Le opere presenti in questa sezione sono: Ritratto di Françoise (1946); Madre e figli che giocano (1951); Bambino che gioca con un camion (1953); Fauni e capra (1959).
Sesta sezione – 1954-1972. L’artista e la sua modella. L opere presentiin questa sezione sono: Le Déjeuner sur l’herbe da Manet (1960) Le Déjeuner sur l’herbe da Manet (1961); Il pittore e la modella (1964); Nudo disteso (1967); La famigla (1970); L’abbraccio (1970); Maternità (1971); Domenica (1971).

Fonte: www.quotidianoarte.it, 26 ott 2016