Dal 16 novembre in castello il pittore veneto in rapporto col maestro Veronese. Dal 15 dicembre a Passariano il percorso creativo dagli esordi alla maturità.
Due mostre, un unico protagonista: Giambattista Tiepolo, che ritorna alla grande in Friuli a un ventennio dalla storica rassegna firmata da Aldo Rizzi. Vicinissime per le locations prescelte (appena venticinque chilometri separano Passariano da Udine), distanti anni luce per la freddezza venutasi a creare tra due dei principali organizzatori, Enzo Cainero, commissario straordinario di Villa Manin, dove Tiepolo appunto ritorna, e Luigi Reitani, assessore alla cultura del Comune di Udine.
Motivo del contendere, il mancato accordo per una promozione congiunta delle due rassegne, che avrebbe potuto portare a un percorso unico per scoprire l’arte del Tiepolo tra Codroipo e Udine. Non volendo in alcun modo propendere per l’uno o per l’altro contendente (in medio stat virtus), abbiamo cercato di mettere a confronto le due mostre, approfondendone contenuti e obiettivi, per dare modo di comprendere l’importanza dei due eventi dedicati al maestro veneziano del ’700.
La prima a essere inaugurata sarà la mostra di Udine. I colori della seduzione. Giambattista Tiepolo e l’arte di Paolo Veronese aprirà i battenti tra poco più di un mese, il 16 novembre, restando aperta fino al primo aprile 2013. Sarà ospitata nella Galleria d’Arte Antica del castello.
L’esposizione di villa Manin, Giambattista Tiepolo. Luce, forma, colore, emozione, comincerà, invece, il 15 dicembre, occupando gran parte dello spazio espositivo di Passariano, e sarà visitabile fino al 7 aprile 2013.
Opere da tutto il mondo. A Udine saranno esposte 36 opere tra tele, disegni e stampe provenienti da Edinburgo, Londra, Madrid, Berlino, Vienna, Francoforte, Stoccarda, Weimar, Digione, Oxford, Roma, Milano, Torino, Trieste, Bassano, Venezia e, ovviamente, da Udine. Oltre cento le opere ospitate a villa Manin (il totale dovrebbe avvicinarsi a 140 pezzi), anche in questo caso provenienti da molti musei del mondo: Montreal, New York, Stoccolma, Helsinki, Zurigo, Parigi, Budapest, San Pietroburgo, Milano, Venezia, Rovigo, Vicenza, Trieste e Udine.
I contenuti delle due mostre. L’esposizione di villa Manin illustra il percorso artistico tiepolesco dalle prime esperienze fino alla tarda maturità. Tele affiancate da bozzetti preparatori, dipinti restaurati per l’occasione, eleganti disegni: una sequenza di opere di soggetto sia sacro sia profano, sulle quali spicca, per dimensione, la Pala del duomo di Este (misura 6,75 per 3,90 metri).
A Udine, attireranno sicuramente l’attenzione dei visitatori, le due parti del dipinto Il ritrovamento di Mosè, la prima conservata a Edimburgo, la seconda proprietà della Fondazione Agnelli di Torino. Un quadro ideale per capire al meglio i concetti di movimento e di spazio nelle tele del Tiepolo e confrontarli con la produzione artistica di colui che è considerato uno dei suoi modelli, Paolo Veronese, anche lui cimentatosi con il tema biblico del ritrovamento di Mosè.
Curatori e collaborazioni. La mostra di villa Manin è curata da Giuseppe Bergamini, Alberto Craievich e Filippo Pedrocco. Partners dell’evento, il Museo Diocesano di Udine e il Museo Sartorio di Trieste.
Il confronto tra le opere del Tiepolo e del Veronese ospitate in castello a Udine, invece, è curato da William L. Barcham, Linda Borean e Caterina Furlan. In questo caso le collaborazioni spaziano nei settori della musica, della danza e del teatro. Sono previsti uno spettacolo e un laboratorio con lo scenografo Virgilio Sieni oltre a concerti nei luoghi udinesi del Tiepolo.
I costi. L’esposizione promossa dal Comune avrà un costo che si aggirerà intorno ai 200-250 mila euro. Di questi soltanto 50 mila euro arriveranno dalla Regione, il resto sarà a carico del Comune e di partners privati. Per quanto riguarda villa Manin, c’è uno stanziamento annuale della Regione, pari a circa 2 milioni di euro. Risorse troppo limitate per garantire la manutenzione della villa, i costi del personale e l’organizzazione delle mostre. Entra in gioco, quindi, un vero e proprio rischio d’impresa, in parte contenuto dalle collaborazioni strette con i musei di Udine e di Trieste, in parte dalla promozione fatta per riuscire ad attrarre almeno 90 mila visitatori.
Autore: Alessandro Cesare
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Fonte:Messaggero Veneto