Nella mostra,inaugurata giovedì 15 gennaio alla Biblioteca Nazionale, sono esposte ottanta tavole originali, nate nel momento in cui le armate francesi, nel delicato passaggio tra rivoluzione e trasformazioni del governo napoleonico, estesero all’Europa una sconvolgente modificazione degli assetti istituzionali, politici, filosofici, culturali ed economici.
La cronologia dei Desastres non è del tutto nota: sembra che Goya abbia iniziato a preparare i disegni durante il suo viaggio di ritorno da Saragozza a Madrid nell’inverno del 1808-09: l’unica data che appare su una lastra è infatti 1810. Dopo il 1820 Goya ritorna alla serie, incidendo la seconda parte, i caprichos enfáticos. In questo periodo rimette in ordine e numera nuovamente la serie che, alla fine, si compone di ottantadue lastre.
L’occupazione francese spinse gli Spagnoli a una guerra d’indipendenza il cui aspetto fondamentale fu la guerriglia.Le conseguenze per il popolo occupato, indussero Goya a incidere Los Desastres anche se le sue intenzioni parvero subito non essere di carattere politico.
L’artista si rendeva conto, mentre procedeva nella sua opera, che il tema non era tanto la sanguinosa ribellione nella nativa Saragozza, ma piuttosto come la guerra svelasse l’impotenza dei deboli e dei miseri, vittime più che attori di un devastante scenario.
La sua opera incisoria è quasi un diario personale in cui emerge il dovere della testimonianza, affermata nella celebre incisione dei Desastres de la guerra: Y lo vi (L’ho visto io) sottolineando che le atrocità rappresentate non sono frutto di fantasia o di racconti più o meno attendibili, ma verità testimoniate in prima persona.
La conclusione dei “ Destrasters de la guerra “ approda a un totale pessimismo: il nulla si prolunga oltre la tomba, non c’è speranza nemmeno nell’aldilà, l’inferno è già su questa terra.
L’ultima tavola che chiude il ciclo lascia un filo di speranza: il titolo è Si resuscitarà? (E se risuscitasse?).
Le stampe dei Desastres realizzate quando Goya era in vita, per quanto sia possibile conoscere, sono 493, oggi conservate in vari musei del mondo. Alcune di queste, insieme con 62 disegni preparatori che sono conosciuti, si trovano al Museo del Prado.
Info:
Biblioteca Universitaria Nazionale – Salone delle mostre – TORINO
da giovedì 15 gennaio 2009 a sabato 28 febbraio 2009
Orario: 10.00-13.00 lunedì-mercoledì-venerdì-sabato 10.00-18.00 martedì e giovedì. Chiuso domenica.
Prezzo: gratuito.