Per una riforma della scuola si potrebbe cominciare da lì, dall’educazione artistica. Intanto rendendo la materia facoltativa come la religione (“Perché l’arte è come la religione”), e poi abolendo la dannosa abitudine delle scolaresche in visita ai musei (“Sono inutili deportazioni”). Vittorio Sgarbi, sottosegretario ai Beni Culturali interviene nel dibattito sulla scuola italiana con un ragionamento che ai più appare una provocazione. Ma sul quale lui insiste: “Bisogna scegliere visite d’arte virtuali tramite internet e rendere facoltativa l’ora di religione”, spiega in un’intervista a Italia Oggi, suggerendo un pronto intervento in tal senso del ministro Letizia Moratti. Dalla Pubblica Istruzione, alla fine di un giorno di fuoco sulle immissioni in ruolo degli insegnanti, solo il sottosegretario Valentina Aprea ha la pazienza di rispondere “all’amico” – come lei di Forza Italia – Sgarbi. E commenta: “L’ultima cosa che farei alla fine di questa giornata massacrante è prendere in considerazione le provocazioni di Sgarbi. Se però vogliamo parlare seriamente, allora rimando alla commissione sui cicli che già dalla prossima settimana affronterà la questione delle revisioni curricolari”. L’ex ministro della Scuola, Luigi Berlinguer replica: “Sgarbi è grottesco e paradossale; può certo dire ciò che vuole ma senza dimenticare di avere un ruolo istituzionale. Questo è un messaggio pericoloso, e inoltre c’è modo e modo di portare gli studenti nei musei. Se le visite sono preparate, si tratta di appuntamenti di straordinaria importanza culturale e educativa”. E sull’arte come religione invita a non mischiare il sacro con il profano, ma anche a “non ridurre” l’istruzione artistica. La polemica era già esplosa con il danneggiamento di due dipinti di Matisse nel ’98 ai Musei Capitolini a Roma, dopo la visita delle scolaresche. Di “utile richiamo” parla il soprintendente di Roma, Claudio Strinati.
Autore: G. C.
Fonte:La Repubblica