Il giorno martedi’ 3 aprile 2007 nel Museo Nazionale di Castel S. Angelo, nella Sala delle Colonne, si inaugura la mostra -Nino Giammarco. Labirinti dell’anima-, sulla piu’ recente ed inedita produzione dell’artista Nino Giammarco, che consta di 45 opere circa, tra olii, sculture e tecniche miste su carta.
L’esposizione, patrocinata dall’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma, dalla Provincia di Roma e dalla Regione Abruzzo, si articola attorno alla tematica della guerra e dei suoi disastri, proponendo gli effetti devastanti di stragi, distruzioni e migrazioni di popoli, ma soprattutto traducendo figurativamente le ferite interiori ed il disorientamento degli individui di fronte agli orrori commessi dall’uomo, il quale sembra avere smarrito ogni sentimento di solidarietà verso i propri simili, come dimostra ampiamente la storia dei tempi in cui viviamo.
Nelle opere dell’artista una marea brulicante di esseri indistinti vaga attraverso percorsi labirintici ed impervi, fuggendo senza meta: ne scaturisce l’immagine delirante di un’umanità priva di consapevolezze e di ideali, apportatrice di morte e di catastrofi. Fortemente espressionista e simbolica, quella di Giammarco e’ arte di denuncia e di provocazione, che intende richiamare l’uomo ad un’indagine entro se stesso, nei labirinti dell’anima e nelle proprie inquietudini, affinche’ possa ritrovare verità piu’ durature e spirituali. Dalla ferocia brutale del segno e dalle tinte esplosive nasce, infatti, uno shock visivo: la follia bestiale che pervade le menti umane si esprime in scenari biblici, in paesaggi devastati di un mondo in bilico tra realtà e visionarietà.
Riferimenti colti alla tradizione della pittura europea, dal Rinascimento all’età barocca, echi delle avanguardie storiche, come la Metafisica ed il Surrealismo, richiami a temi goyeschi e picassiani, si fondono in un’originale iconografia, pregna di elementi crudi e drammatici, ma anche addolcita da figure di angeli giustizieri o vivificata dalla consuetudine con le immagini del mito classico. Le sue opere, contraddistinte da violenza cromatica e da dinamismo di forme, testimoniano l’impegno dell’artista, sempre attento ad approfondire le tematiche sociali piu’ urgenti e seriamente proiettato alla riconquista di una dimensione etica dell’esistenza.
La mostra di Nino Giammarco si pone, dunque, come evento stimolante, sia per l’indubbia attualità dei contenuti, sia per la ricchezza inventiva delle immagini, supportata dall’impiego di diverse tecniche pittoriche e scultoree, frutto della comprovata esperienza dell’artista, sensibile esponente del mondo dell’arte da quasi quaranta anni.
Pittore, scultore, scenografo, Nino Giammarco e’ nato a Sulmona nel 1946; dopo essersi diplomato in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Roma, inizia una brillante carriera artistica, fin dagli anni ’60 e ’70, quando partecipa ai movimenti della Pop Art italiana, rivelando una spiccata personalità. Espone nel ’77 alla XXXVII Biennale di Venezia e da allora si susseguono ininterrottamente mostre personali, nazionali ed internazionali (Berlino Est, Madrid, New York, San Juan de Puerto Rico), performances, installazioni urbane (Volterra, Terni, Gubbio, Madrid, Roma) ed esposizioni collettive, a testimonianza dell’attività di un artista mai pago di ricercare e di esprimere il proprio mondo interiore.
Già docente di Discipline pittoriche al IV Liceo Artistico -A. Caravillani- di Roma, elogiato nel tempo dalla critica piu’ autorevole (A. Del Guercio, E. Crispolti, D. Micacchi, M. Perez Lizano, D. Guzzi), Giammarco ha elaborato un linguaggio figurativo che esprime il dramma costante della storia umana, fatta di soprusi e di atroci crudeltà, ma anche di mistero, di enigmi e di speranza.
La mostra gode del sostegno di Caripaq e di ENAP; della sponsorizzazione tecnica di: Le Vigne del Lazio, Istituto Istruzione Superiore -via Domizia Lucilla- (sez. Alberghiera) e Dynofluid.
La mostra e’ a cura di Bruna Condoleo; il progetto ed il coordinamento tecnico dell’allestimento di Carla Augenti , il progetto grafico di Davide Franceschini, la fotografia delle opere in catalogo di Claudio Abate.
Il catalogo e’ edito De Luca Editori d’Arte ed il testo critico e’ a cura di Bruna Condoleo.
Info:
Museo Nazionale di Castel S. Angelo , Sala delle Colonne – Lungotevere Castello, 50 – Roma
Orario: dal martedi’ alla domenica dalle ore 10.00 alle ore 18.30. Chiuso il lunedi’. Costo del biglietto 5 – dell’ingresso al Museo.
Fonte:Undo.net