Arrivano per la prima volta in Italia, al Palazzo delle Esposizioni dal primo aprile al 17 luglio, 100 capolavori dello Städel Museum di Francoforte, una delle più prestigiose istituzioni europee d’arte antica e moderna, con una scelta curata da Felix Krämer e incentrata sulla produzione ottocentesca fino all’affermazione delle avanguardie storiche.
Il museo, istituito nel 1815 dal mercante e banchiere Johann Friederich Städel, ospita dal 1907 anche la Galleria civica e conta circa 2.700 dipinti, 600 sculture e oltre 100mila tra disegni e stampe datati dai primi del Trecento in poi.
La mostra propone quasi un manuale di storia dell’arte in un excursus stilistico-cronologico di sette tappe, una per ogni galleria che si affaccia sulla rotonda del palazzo piacentiniano.
Il punto di partenza è il celebre ritratto di «Goethe nella campagna romana» dipinto dall’amico Tischbein del 1786-87, vera icona del Grand Tour.
Seguono i Nazareni, pittori tedeschi attivi a Roma ai primi del secolo, le correnti romantiche e realiste, da Corot a Courbet, gli impressionisti francesi con opere come «La colazione» di Monet (1868) e «Musicisti d’orchestra» di Degas (1872), e poi Renoir, Van Gogh, Cézanne.
Ampio rilievo è dato al Simbolismo con Böcklin, Klinger, Ensor, Moreau, Munch e Redon, cui fanno eco le tele dei nabis Bonnard, Vallotton e Vuillard. Ben rappresentati gli espressionisti tedeschi di Die Brücke (Heckel e Nolde) e del Blaue Reiter (Jawlenskij e Marc).
A Max Beckmann è dedicata un’intera sala; Ernst, Klee e Picasso chiudono la mostra.
Autore: Federico Castelli Gattinara
Fonte:Il Giornale dell’Arte