RAVENNA. Luca Longhi. Una bottega del Cinquecento. Nel V centenario dalla nascita. 1507 – 2007.

In occasione del cinquecentenario della nascita di Luca Longhi, fino al 6 gennaio 2008, il Museo d’Arte della città di Ravenna dedica all’artista ravennate e alla sua bottega una mostra.
Il progetto espositivo si propone di collegare  le numerose testimonianze pittoriche di Luca e dei figli Francesco e Barbara attraverso un percorso nella città che riunisce le opere conservate nelle chiese di San Domenico, Sant’Agata, Santa Maria Maggiore, nel Palazzo Arcivescovile – Cappella di Sant’Andra, presso la Biblioteca Classense, le istituzioni culturali ravennati e le raccolte pubbliche e private romagnole.
Nel Museo d’Arte della città,  saranno infatti visibili le ventuno opere dei Longhi esposte nella Collezione antica della Pinacoteca – undici di Luca, tre di Francesco e sette di Barbara – assieme ad altri quadri provenienti da collezioni private e dalla quadreria della Cassa di Risparmio di Ravenna.
Luca Longhi (1507 – 1580) nasce a Ravenna il 14 gennaio 1507 da Francesco e Antonia da Cunio, secondo di tre fratelli. Della sua formazione artistica mancano notizie certe, si presume che abbia avuto luogo presso una bottega locale: l’ipotesi più probabile è che nella fanciullezza avesse frequentato l’ambiente di Francesco Zaganelli, rimasto solo a gestire la bottega che condivideva con il fratello Bernardino.
Fin dalle prime prove conosciute, datate fra il 1538 e il 1531, pare piuttosto evidente un tentativo di mediazione fra la tradizione locale o più largamente romagnola – Rondinelli e Palmezzano – e i grandi maestri d’importazione, in particolare Raffaello.
La propensione del Longhi verso forme dolci e aggraziate segnerà il suo linguaggio, che in seguito saprà rinnovare secondo un’ottica eclettica e una personale visione sentimentale.
Secondo Giorgio Vasari che soggiornò a Ravenna nel 1548: “Maestro Luca de’ Longhi, ravingano, uomo di natura buono, queto e studioso, ha fatto nella sua patria Ravenna, e per di fuori, molte tavole a olio e ritratti di naturale e bellissimi; e fra le altre sono assai leggiadre due tavolette che gli fece fare, non ha molto, nella chiesa dei monaci di Classi il reverendo Don Antonio da Pisa, allora abate di quel monasterio; per non dir nulla di un infinito numero di grandi opere che ha fatto questo pittore. E’ per vero dire, se maestro Luca fosse uscito di Ravenna, dove si è stato sempre e sta con la sua famiglia, essendo assiduo e molto diligente e di bel giudizio, sarebbe riuscito rarissimo; perché ha fatto e fa le sue cose con pacienza e studio; ed io ne posso far fede, che so quanto gli acquistasse, quando dimorai due mesi in Ravenna, in praticando e ragionando delle cose dell’arte”.
Dal matrimonio con Elisabetta, nel 1531, nacquero Francesco (1544 – 1618) e Barbara (1552 – 1638), anche loro artisti, che seppero proseguire il sentiero tracciato dal padre, facendone propri modelli e modi espressivi.
Opere di Luca, Francesco e Barbara Longhi – la cui operosità è testimoniata da un ricco repertorio di madonne, ritratti e opere destinate alla devozione privata – sono oggi presenti in numerose pinacoteche di grande rilievo nazionale ed internazionale, tra cui Milano, Roma, Vienna, Dresda, Bucarest, Baltimora e Filadelfia.

Luca Longhi  interprete di punta, insieme a Innocenzo da Imola, Biagio Pupini, Bartolomeo Ramenghi, Girolamo Marchesi da Cotignola, di quella stagione artistica meglio conosciuta come il Classicismo di Romagna.
Nella ricorrenza del V centenario dalla nascita, il Comune di Ravenna, l’Assessorato alla Cultura e il Museo d’Arte della Città, promuovono una mostra presso la Loggetta Lombardesca con il contributo di Romagna Acque e BCC Credito Cooperativo ravennate e imolese, curata da Nadia Ceroni, Alberta Fabbri e Claudio Spadoni, per ricordare il profilo di un pittore che segnò, grazie anche alla sua operosa bottega, la storia del gusto nel territorio per quasi un secolo. Attraverso una selezione di opere, la mostra intende intrecciare il racconto del suo percorso grazie all’accostamento di dipinti altrimenti non visibili e restituire così il patrimonio civico alla complessa e inesausta rete di rimandi, derivazioni e aperture verso nuove letture.
L’impianto neoquattrocentesco delle prime opere mostra il debito verso la cultura dell’epoca influenzata da Marco Palmezzano, Nicolò Rondinelli e Francesco Zaganelli da Cotignola.
Le esitazioni degli esordi, mitigate da una gentilezza – cromatica e sentimentale – che trovava in Francesco Francia e nella cultura di corte bentivolesca l’antefatto più significativo, si sciolgono nelle opere della maturità in cui l’aspirazione ad una misura composta trova il suo naturale sbocco nel clima di raffaellismo dilagante. La compiutezza classica di Raffaello, al cui magistero si accosta direttamente con un’esercitazione sulla Santa Cecilia, trova in Longhi un’adesione personale che neanche il sacco di Roma, nel 1527, e la conseguente crisi, avrebbe potuto scalfire.
La maniera incalza e Vasari ne è il più convinto assertore. Quando i due si incontrano, nei primi mesi del 1548, qualcosa cambia nonostante per Longhi il linguaggio estenuato e ingioiellato di Vasari dovesse risultare poco convincente. La declaratoria per il ravennate non doveva aggiungere nulla alla vocazione devozionale del dipinto, e se nella ritrattistica sapeva trovare accenti di ponderata penetrazione psicologica, nella pala d’altare non rinuncerà mai al governo trinitario delle sacre conversazioni.
La composizione si complica e passata la metà del secolo registra aggiornamenti
verso la Maniera talora anche con vere e proprie citazioni. Nel settimo decennio fortuna e consenso lo accreditano presso la curia ravennate tanto che l’aumento delle commesse impone un’organizzazione più complessa della bottega. Sono i tempi dell’apprendistato dei figli Francesco e Barbara.
Quando gli effetti della Controriforma avranno penetrazione capillare con le prescrizioni del Cardinal Paleotti su come redigere le immagini sacre (1582), i due saranno già in linea, con una sensibilità austera e vocazionalmente normativa.
Già negli ultimi anni dell’attività di Luca si registra un ulteriore sforzo di aggiornamento sulla maniera bolognese di Lorenzo Sabbatini e di Orazio Samacchini. Le forme si fanno più tornite e i visi acquistano volumetrie traslucide e quasi metalliche. In Francesco si accentua la tendenza verso la retorica del gesto, anche se non manca qualche impaccio.
Nell’organizzazione della bottega, Barbara assicura la produzione dei capoletto, per lo più derivati dagli adattamenti paterni di modelli correggeschi e parmigianineschi. E se manca il fare in grande della coetanea Lavinia Fontana, non doveva sfuggire una certa curiosità verso la pittrice bolognese, avvertita come paradigma per il consenso che sapeva suscitare. Tuttavia in Barbara prevale una sensibilità delicata e cólta verso i temi delle sacre conversazioni o delle vergini protomartiri – è il caso di santa Caterina d’Alessandria dietro cui cela il proprio ritratto – che le valse la meraviglia dello stesso Vasari.
In occasione della mostra esce una pubblicazione pensata come traccia per la lettura dell’opera di Luca Longhi e della sua bottega, e corredata di itinerari che partono da Ravenna, con un percorso cittadino tra le chiese e i musei del centro storico fino a Sant’Alberto, e proseguono in Romagna, nelle direzioni di Cervia, Rimini, Santarcangelo, Cesena, Bertinoro, Forlimpopoli, Forlì, Terra del Sole, Castrocaro, Faenza e Argenta. In larga parte sono pale a tutt’oggi situate agli altari per i quali sono state commissionate. Altari spesso in penombra, custodi di una Biblia Pauperum ricca di modelli figurativi e varianti che hanno formato il sedimento dell’immaginario di questo territorio.
La mostra gode del patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Emilia-Romagna e della Provincia di Ravenna.

Info:
Mar – Ufficio relazioni esterne e promozione
Nada Mamish – Francesca Boschetti
tel +39 0544 – 482017 – 482775 – fax +39 0544 212092

Orari mostra:  martedì, giovedì, venerdì e sabato: 9.00 – 13.30, 15.00 – 18.00; mercoledì: 9.00 – 13.30; domenica: 10.00 – 17.00; chiuso lunedì, 1° novembre, Natale e Capodanno

Ingresso : Pinacoteca + mostra intero 3 euro, ridotto 2 euro.

ELENCO OPERE

Dipinti per la committenza ecclesiastica

Luca Longhi, Sposalizio mistico di santa Caterina e i santi Sebastiano, Girolamo, Rocco e Benedetto, olio su tavola, cm 165 x 124, Ravenna, Museo d’Arte della Città.
Luca Longhi, Adorazione dei pastori, olio su tavola centinata, cm 169 x 100, Ravenna, Museo d’Arte della Città
Luca Longhi, Deposizione dalla croce, olio su tavola, cm 46 x 52.5, Ravenna, Museo d’Arte della Città
Luca Longhi, Madonna in trono con il Bambino fra i santi Benedetto, Paolo, Apollinare e Barbara, olio su tavola centinata, cm 169 x 100, Ravenna, Museo d’Arte della Città
Luca Longhi, Martirio di sant’Ursicino, olio su tela, cm 255 x 155, Ravenna, Museo d’Arte della Città
Luca Longhi, Invenzione della croce, olio su tela, cm 325 x 185, Ravenna, Cattedrale, già chiesa di San Domenico
Francesco Longhi, Decollazione del Battista, olio su tavola, cm 255 x 160, Ravenna, Museo d’Arte della Città
Francesco Longhi, Crocifissione con la Madonna e i santi Giovanni Evangelista, Apollinare e Vitale, olio su tela, cm 306 x 211, Ravenna, Museo d’Arte della Città
Francesco Longhi, Il Salvatore appare alla Madonna e alle beate Margherita Molli con Gentile Giusti, san Giovanni Evangelista con il donatore e un giovane con libro e squadra, olio su tela, cm 295 x 200, Ravenna, Biblioteca Classense, sala dantesca
Francesco Longhi, Madonna della Ghiara con le sante Lucia e Scolastica, olio su tela, m 245 x 170, Ravenna, Cassa di Risparmio di Ravenna S.p.a.

Francesco Longhi, Crocifissione con la Madonna e i santi Giovanni Evangelista, Rocco e Nicola di Bari, olio su tela, cm 204 x 140, Ravenna, cattedrale, sacrestia
Barbara Longhi, Immacolata Concezione, olio su tela, cm 290×175, Ravenna, Seminario Arcivescovile
Francesco Longhi, Madonna con il Bambino, santa Giustina e san Paolo, olio su tela, cm 200 x150, Ravenna, chiesa di Santa Giustina
Barbara Longhi, Madonna con il Bambino e i santi Francesco e Chiara, olio su tela, cm 223 x 179, Proprietà privata
Barbara Longhi, Madonna del Carmine con i santi Carlo Borromeo, Simone Stock e le beate Margherita Molli e Gentile Giusti, olio su tela, cm 174 x 135, Russi, chiesa di Sant’Apollinare, già chiesa del Carmine
Francesco Longhi, Madonna con il Bambino e due santi, olio su tela, cm 300 x 202, Ravenna, Biblioteca Classense, sala dantesca

Preghiera e devozione privata

Luca Longhi, Cristo morto sorretto dagli angeli fra san Bartolomeo e l’abate di Classe, olio su tavola centinata, cm 169 x 100, Ravenna, Museo d’Arte della Città
Luca Longhi, Adorazione dei pastori, olio su tavola, cm 88 x 73, Ravenna, Museo d’Arte della Città
Barbara Longhi, Madonna con il Bambino sotto il baldacchino retto da due angeli, olio su tela, cm 45 x 36.5, Ravenna, Museo d’Arte della Città
Barbara Longhi, Santa Caterina d’Alessandria, olio su tela, cm 41 x 34, Ravenna, Museo d’Arte della Città
Luca Longhi, Santa Caterina d’Alessandria, olio su tela, cm 39 x 32, Ravenna, Museo d’Arte della Città
Barbara Longhi, Giuditta con la testa di Oloferne, olio su tela, cm 54.5 x 47, Ravenna, Museo d’Arte della Città
Barbara Longhi, Madonna con il Bambino e san Giovannino, olio su tela, cm 37 x 31.5, Ravenna, Museo d’Arte della Città
Barbara Longhi, Madonna con il Bambino dormiente, olio su tela, cm 37 x 31.5, Ravenna, Museo d’Arte della Città
Barbara Longhi, Madonna leggente con il Bambino, olio su tela, cm 35 x 28, Ravenna, Museo d’Arte della Città
Luca Longhi, Natività, olio su tela, cm 41 x 48, Ravenna, Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna
Luca Longhi, Deposizione, olio su tavola, cm 94 x 72.4, Ravenna, Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna
Barbara Longhi, Sant’Agnese, olio su tela, cm 50 x 39, Forlì, Cassa dei Risparmi di Forlì e della Romagna S.p.A.
Barbara Longhi, Sant’Agnese, olio su tela centinata, cm 169 x 78.5, Ravenna, canonica della Cattedrale
Luca Longhi, Sposalizio mistico di santa Caterina alla presentazione di san Giuseppe, olio su tavola, cm 62.5 x 51.5, Faenza, Pinacoteca Comunale

Francesco Longhi (?), La Madonna con il Bambino e san Giovannino, olio su tela, cm 85 x 68, Forlì, Pinacoteca Civica
Francesco Longhi, Madonna con il Bambino e i santi Pietro e Paolo, olio su tela, cm 65 x 50, Argenta, Pinacoteca Civica
Barbara Longhi, Madonna che allatta il Bambino, olio su tela, cm 39 x 30, Proprietà privata
Barbara Longhi, attr.a, Madonna con il Bambino, olio su tela, Proprietà privata

La ritrattistica

Luca Longhi, Ritratto di Uomo d’arme, olio su tela, cm 150 x 100, Ravenna, Cassa di Risparmio di Ravenna S.p.a.
Luca Longhi, Ritratto di Bartolomeo Dal Sale, olio su tela, cm 130 x 95, Ravenna, Cassa di Risparmio di Ravenna S.p.a.
Luca Longhi, Ritratto di Raffaele Rasponi, olio su tela, cm 83 x 64, Ravenna, Museo d’Arte della Città
Luca Longhi, Ritratto di Girolamo Rossi, olio su tela, cm 83 x 63, Ravenna, Museo d’Arte della Città
Luca Longhi, Personaggio della Famiglia Lunari, olio su tela, cm 109 x 72, Forlì, Pinacoteca Civica
Luca Longhi, Ritratto di Giovanni Arrigoni, olio su tela, cm 83 x 62, Ravenna, Museo d’Arte della Città
Barbara Longhi, Ritratto di monaco camaldolese, olio su rame, cm 16,5 x 13, Ravenna, Museo d’Arte della Città

Il mito

Luca Longhi, Venere, olio su tela, cm 174 x 91, Collezione privata

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