PONTE DI PIAVE (TV). Villa Giustiniani, la sorpresa durante il restauro: scoperti affreschi della scuola del Veronese.

Un eccezionale ciclo di affreschi cinquecenteschi, dai colori stupendi che si sono conservati nei secoli, nei quali è ricorrente una misteriosa figura di donna. Dopo mesi di ricerche lo studioso Guerirno Lovato ha risolto l’enigma: quella donna che compare spesso altro non è che la Giustizia, rappresentata nei contesti più diversi, dai tempi di pace a quelli di guerra.
«A lungo ci siamo chiesti chi fosse quella donna – racconta Gabriele Tonon, patron della birreria San Gabriel e proprietario della villa che si trova nella frazione di Busco – e quest’attribuzione ci rende felici ed orgogliosi. Quella villa l’acquistai ancora molti anni or sono, non immaginavo celasse un simile tesoro».
Il ciclo di affreschi viene attribuito alla bottega degli “Haeredes Pauli”, firma utilizzata dai membri della famiglia del grande pittore Paolo Veronese (Benedetto, Carlo e Gabriele Caliari) per continuare la sua attività.
Gli affreschi decorano il “portego” al pianterreno, due sale e uno studiolo, nonché le pareti e la volta della scala principale. «Specie quelli dello scalone – spiega Gabriele Tonon – si sono conservati molto bene. Nei secoli erano stati ricoperti da uno strato di calce che in sostanza li ha protetti. Quando la calce è stata rimossa, sono riapparsi con i loro meravigliosi colori».
Uno spettacolo artistico che a breve anche il pubblico potrà ammirare.
«La nostra intenzione – annuncia Tonon – è di adibire la villa a sede di eventi. Abbiamo provveduto a sistemare il parco, e sono stati adeguati i servizi igienici indispensabili se si vogliono organizzare attività aperte al pubblico».
Villa Giustiniani è quanto rimane di un’importante abbazia, fondata dai monaci benedettini intorno all’anno Mille. L’edificio, voluto dal nobile abate Francesco Giustiniani nel 1593, fu affrescato dalla bottega Haeredes Pauli.
«Tutto il ciclo – afferma il proprietario Gabriele Tonon – è dedicato al tema della Giustizia, in onore della casata Giustiniani e della grande giurisdizione veneziana della fine del ‘500. Avevo acquistato la villa ma ero frenato nei progetti di sviluppo – spiega – Ad esempio la barchessa aveva alcuni archi chiusi, erano stati murati dai proprietari precedenti. Per poterla utilizzare quegli archi dovevano assolutamente essere aperti altrimenti l’Usl non mi avrebbe mai dato il nulla osta. Ma gli studiosi non erano d’accordo, insistevano nel dire che le chiusure degli archi erano antiche. Riuscii a rintracciare un uomo che aveva vissuto a lungo nella villa. Sua sorella aveva delle vecchie fotografie degli anni Cinquanta, che mostravano chiaramente gli archi liberi. Fu un vero colpo di fortuna, grazie a quelle foto ottenni il permesso di abbattere i muri che chiudevano gli archi. Tutto questo ha richiesto un sacco di tempo».
Adesso fervono i lavori per aprirla al pubblico. La presentazione ufficiale del restauro degli affreschi e dei nuovi studi svolti avrà luogo sabato 8 giugno, con la visita guidata a partire dalla facciata che è tutta affrescata, con quattro grandi storie romane legate al tema della giustizia. Nelle scene ricorre più volte la città di Venezia.
«Vi è una situazione di guerra – spiega Guerrino Lovato – in cui la Giustizia viene rapita, maltrattata, violata e uccisa. Nel fondo, due galee veneziane con i leoni dorati a prua, attaccano una fortezza turca con la mezzaluna. Sul fondo il profilo di Venezia, la giusta dominante».
Sabato 8 sarà anche presentato il volume “Elogio della Giustizia” che raccoglie gli studi svolti da Guerrino Lovato.

Autore: Annalisa Fregionese

Fonte: www.ilgazzettino.it, 19 mag 2024