Il rapporto tra beni culturali, politica e modernità è il tema dominante dell’ultimo libro di Pierfranco Bruni che si sofferma su identità ed estetica.
Un saggio che pone al centro la cultura e il patrimonio storico come progettualità e la politica come estetica del pensiero. La cultura come lettura di una idea portante di Mediterraneità che vada oltre gli schematismi.
Pierfranco Bruni: “Bisogna recuperare il senso della politica attraverso le idee e i valori culturali dell’umanesimo. Occorre dare senso al patrimonio storico e culturale per dare orizzonti ad una nuova politica”.
“Oltre la foresta. L’estetica della politica” è il titolo del nuovo libro di Pierfranco Bruni, pubblicato per conto del Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi”, in uscita in questi giorni. La storia del patrimonio storico attraverso un’analisi dei temi che dominano la cultura del Mediterraneo è un elemento che offre una chiave di lettura significativa. Il libro si sofferma, tra l’altro, sui valori della storia e sul pensiero politico che ha “agitato” gli ultimi decenni. Con tempestiva attualità affronta i temi che si vivono nella nostra temperie. Ci sono riflessioni e meditazioni sul ruolo della politica e sul rapporto tra politica e cultura. L’interrogativo che si pone nel libro presenta questa sottolineatura: la politica nel nostro tempo è ancora attuale? Da qui si apre un confronto a tutto tondo con la quotidianità e con il tempo stesso della politica attraverso una analisi dei fenomeni culturali e storici in un confronto tra tradizione, modernità e progettualità. C’è un pensiero forte che campeggia in tutto lo studio e che invita a ripensare la politica anche come valore di una realtà estetica.
Pierfranco Bruni non smette di proporre: “Siamo dentro un processo politico che si trova ormai ad un bivio. Due sono le strade, aggiunge Bruni, ma di queste occorre scegliere la strada della vita della politica. Il deserto e la foresta sono in agguato. Se non si ha il coraggio di recuperarsi nella nostalgia della cultura e nella nostalgia delle idee si andrà verso il precipizio. La foresta e il deserto, puntualizza ancora Bruni, sono, in fondo, la metafora del precipizio”.
Il saggio si incentra sulla rilettura di alcuni testi filosofici fondamentali. Sulla scia degli intellettuali del pensiero tradizionalista e cristiano, Pierfranco Bruni pone al centro l’uomo con i suoi valori e difende l’azione della cultura cattolica nel tentativo di trasformare la quotidianità in una dimensione dai significati concreti. Un grande risalto dà alla cultura. Ritorna spesso sul concetto del suicidio – omicidio della cultura sostenendo che “il suicidio della politica passa inevitabilmente attraverso l’omicidio della cultura”.
E da questo punto di vista offre stimoli importanti alle politiche culturali tanto che dedica a questi aspetti dei capitoli nevralgici. La cultura come identità di una civiltà ma la testimonianza degli atti della politica restano i nodi da sciogliere. Infatti conclude con queste cesellature:“La speranza del cambiamento è nel viaggio di una politica che sappia guardare al futuro trasformando quelle nostalgie in azioni. La sfida delle idee è nelle azioni che hanno, però, radici profonde”.
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