L’utilizzo di strutture antiche come “contenitori” di arte contemporanea, oltre ad essere cosa lodevole in Italia (sempre troppo chiusa al nuovo), crea anche suggestioni particolari.
Nella bellissima Rocca Paolina di Perugia, fortezza 500esca costruita da Giuliano da Sangallo il Giovane per volontà di Paolo III Farnese, coesistono due esempi di mix antico – moderno: le mostre Luce/Notte di Colombo Manuelli e Omaggio a Joseph Beuys di Giuseppe Riccetti.
Luce/Notte è l’ultima opera di Manuelli ed è esposta fino al 26 novembre 2006. Si tratta di un’installazione incentrata su un passo di Sulla natura scritto da Parmenide nel VI secolo a.C.: “Indifferente è per me il punto da cui devo prendere le mosse; là, infatti, nuovamente dovrò fare ritorno”. Il frammento ha evidentemente colpito l’artista 75enne che ne ha fatto con la sua opera una riflessione sulla circolarità dell’esistenza. L’installazione è collocata in due sale attigue della Rocca, entrambe in oscurità spettrale: nella prima si ascolta un suono di onde marine, frutto di una registrazione magnetica, che si infrangono a riva e che provocano una sensazione di lontananza nel tempo e nello spazio; nella seconda è riportata la frase di Parmenide, in caratteri capitali e circolari, che lo spettatore legge percorrendone la circonferenza.
I motivi di fondo di Omaggio a Joseph Beuys, che si tiene fino al 22 novembre, risalgono al 3 aprile 1980, un giorno importante per l’arte contemporanea. Sempre nella Rocca Paolina di Perugia, e precisamente nella Sala Cannoniera, si svolse un incontro fra due importanti personalità artistiche del Novecento: Joseph Beuys e Alberto Burri. All’evento curato da Italo Tomassoni era presente anche Giuseppe Riccetti, il quale si fece firmare dai due artisti la sua copia del catalogo emesso per l’occasione. Da quelle firme Riccetti ha ricavato multipli che ha poi offerto ai musei che raccolgono opere dei due giganti: fra tali musei anche quello di Palazzo della Penna di Perugia, dove sono conservate le sei lavagne che Beuys realizzò quel 3 aprile e che sintetizzano il suo pensiero sull’arte, implicando antropologia, sociologia, economia, ecologia. L’artista tedesco morì il 23 gennaio 1986 a Düsseldorf, all’età di 65 anni. Riccetti vuole con questa personale onorarne i venti anni dalla morte, esponendo alcuni ritratti, rielaborazioni di opere e 65 firme (tali quanti gli anni di Beuys).
Autore: Giuseppe Albert Montalto