NUOVA ILLUMINAZIONE CI RESTITUISCE GIOTTO

I turisti che visiteranno la Cappella la degli Scrovegni, a Padova, potranno presto ammirare gli affreschi di Giotto sotto un’ altra luce. Il 30 settembre sarà acceso il nuovo impianto di illuminazione, creato per valorizzare uno dei massimi capolavori artistici del Trecento. Attraverso un calibrato mix di lampade fluorescenti ad alta resa e altre ad alogenuri metallici, la luce artificiale convogliata da ottiche modificate ad hoc darà agli affreschi una resa cromatica straordinaria, senza ombre e soprattutto senza effetto abbagliante per l’occhio umano. Volta e pareti saranno illuminate in modo uniforme, nonostante i quasi 12 metri e mezzo d’altezza della cupola. Di giorno e di sera (l’ultima visita alla Cappella inizia alle 21,45), d’estate e d’inverno, un computer e un sensore controllano la quantità di luce proveniente dall’esterno e moduleranno di conseguenza la potenza di guella interna. Nessun ingombro visivo sarà creato delle lampade, installate ai lati della pedana che scorre sopra al pavimento e lungo la quale i turisti potranno ammirare il ciclo di affreschi appena restaurati.
Il progetto della nuova illuminazione é stato affidato dal Comune di Padova a Lorenzo Fellin, membro della Commissione interdisciplinare e scientifica per la Cappella, consulente Paolo Soardo. Per realizzare l’impianto – che sostituisce le vecchie lampade alogene a fluorescenza – laboratori Disano (che ha illuminato la Biblioteca Vaticana, il Tempio della Concordia di Agrigento e la Certosa di Pavia) è stato realizzato un modello in scala reale di una sezione della Cappella : le prove sperimentali hanno permesso di mettere a punto sia i proiettori sia le ottiche, eliminando il problema dell’abbagliamento. Decisiva, per l’affidamento della gara d’appalto, la soluzione di inserire i punti luce lungo i lati esterni della pedana, evitando l’uso di antiestetiche piantane.
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Peculiarità dell’impianto sono i gruppi ottici che consentono alle lampade a fluorescenza (per le pareti) e a quelle a ioduri metallici (per la volta) di esaltare la resa cromatica degli affreschi, in particolare la percezione del , il colore prevalente. .
Colore, luce e pathos. Nuova luminosità per il blu giottesco delle origine, il cielo intenso che avvolge la Storia Sacra. Nuova luce sulle pareti con le storie della Vergine e di Cristo. Nuova luminosità per il grande Giudizio Universale che conclude la rappresentazione della salvazione umana oggi tornata allo splendore originale.

Autore: Marco Accossato

Fonte:La Stampa