Una manifestazione complessa e ricchissima che compie proprio a Napoli vent’anni (la prima edizione fu a Barcellona nel 1985) e sarà come sempre articolata intorno alle sette grandi aree che raggruppano le diverse forme di espressione artistica, pittura, scultura, architettura, fumetto e grafica, fotografia, cinema e video, letteratura, gastronomia, musica, teatro, danza.
Volti diversi, diverse forme di esprimere se stessi, diversa creatività ma la stessa luce e lo stesso entusiasmo nelle storie di questi ragazzi: ci sono Maria Pia Cinque e Silvia Guerruni che si sono conosciute a Londra e lavorano insieme a Bologna dove fanno cartoni animati; Julien Hippolyte, francese di Marsiglia, disegna a fumetti personaggi del west dalle grosse teste e gambe cort: un universo concreto, sobrio, che si sviluppa attraverso un linguaggio quasi cinematografico ma racconta le storie gay di uno sceriffo e di un bandito che si innamorano.
Safaa Erruas, marocchina di Tetouan, porta alla Biennale di Napoli una installazione intitolata ‘Brisa’ fatta di 700 lamette da barba; il greco Kostas Latoufis disegna monili di rame, argento e bronzo; ci sarà il progetto teatrale della compagnia Klithme di Tirana, in Albania. Il loro spettacolo ‘Too much’ mescola teatro gestuale, danza e proiezioni video per raccontare la storia di una donna, delle sue solitudini in un mondo molto maschile come quello albanese. Il video di Oren Sagiv, israeliano di Holon, documenta un giorno speciale, il 1 aprile del 2004, quando ad Abu-Dis, un villaggio palestinese vicino a Gerusalemme, sono state installate due postazioni video dalle parti opposte del muro appena costruito fra Israele e Palestina: una finestra virtuale per permettere alle persone di vedersi. Il video fa parte del lavoro di ‘Artit with out walls’, il forum permanente per il dialogo fra israeliani e palestinesi. Clearco Giuria, genovese, usa la fotografia digitale come denuncia della degenerazione dei rapporti interpersonali e nella famiglia. E poi c’è la musica, elettronica o popolare, rock e pop, spagnola, francese, italiana, serba, israeliana. Senza dimenticare le produzioni che vengono dalla Nazione Rom, che non esiste sulle mappe geografiche ma è profondamente viva. Ci saranno convivenze e collaborazioni fra cittadini di paesi ostili se non addirittura in conflitto come Israele e Palestina, per la prima volta ci saranno artisti che vengono dalla Libia, si potranno percorrere i Balcani interi attraverso le opere di artisti sloveni, croati, serbi, bosniaci, kosovari, macedoni. E per finire tutti i paesi arabi che si affacciano sul Mediterraneo avranno una rappresentanza. Perché Biennale significa soprattutto entrare in un mondo dove le regole sono completamente nuove e costruite su collaborazione e creatività.
Info:
Napoli, Castel Sant’Elmo, Via Tito Angelici, 20; dal 19/09/2005 al 12/10/2005.
Link: http://www.bjcem.org
Fonte:My Art