A disposizione dei musei italiani un progetto che attraverso intelligenza artificiale, sensori e telecamere vuole dar vita ad un nuovo modo di fruire degli spazi museali, dentro o fuori dai musei stessi.
‘Il museo del futuro guarda negli occhi il visitatore. Reagisce alle sue emozioni, ai suoi umori, alle sue sollecitazioni. Non solo: è capace di promuovere se stesso facendosi conoscere con una visita virtuale, in ambienti a tre dimensioni, ed è anche pronto ad aprire le sue sale all’esterno, stimolando l’incontro con altre realtà museali e con le bellezze del territorio’.
Viene introdotto così uno dei progetti di punta che sono stati presentati alla ‘Minerva European Conference – Qualità del web per la cultura. Il patrimonio culturale in rete per la Ricerca, per la Didattica, per il Turismo Culturale‘.
Il ‘Museo del Futuro’, un progetto realizzato dal Gruppo Meta di Lucca e da Etruria Innovazione, viene presentato come il primo museo reattivo in Europa e si propone di far conoscere i progetti museali mettendo a disposizione una visita virtuale, ambienti tridimensionali e facilitando l’incontro con altre realtà museali, ‘il tutto nel pieno e assoluto rispetto dei contenuti espositivi’, come afferma Gruppo Meta in una nota.
Tre gli elementi base del progetto: museo reattivo, motore 3D e portale museale.
‘Immaginiamo – scrivono gli autori del progetto parlando del museo reattivo – di guardare un quadro. Siamo esperti e abbiamo notato che è stato recentemente restaurato e per questo ci avviciniamo: il museo reattivo, attraverso un sistema di sensori, lo ‘capisce’ e ci aiuta fornendoci, a fianco della tela, una didascalia con tutte le notizie sull’intervento e un filmato. Ci avviciniamo ancora, ma in maniera eccessiva e imprudente: il quadro, prezioso e non coperto da una teca per consentirne una migliore fruizione, è a rischio e il sensore fa scattare l’allarme. Terzo esempio: stiamo lasciando una sala nella quale per disattenzione non ci siamo accorti che era esposto il capolavoro dell’autore; una luce si accende sopra la tela a indicarci che forse è il caso di fare qualche passo indietro’.
Tutte situazioni, dunque, che parlano di un museo in cui al visitatore giungono segnali-guida e suggerimenti grazie ai sensori, alle telecamere e ai videoproiettori che sono gestiti dall’intelligenza artificiale del sistema informatico che ne è alle spalle. L’idea è che durante la visita, a seconda dei comportamenti del visitatore, di ciò che più lo attira, il museo possa offrire contenuti dedicati: filmati, suoni, rumori, percorsi e scene che variano in funzione del visitatore.
Il motore 3D è invece concepito per ricostruire l’ambiente tridimensionale di uno spazio museale non più operativo o per presentare una esposizione esistente, consentendo in questo caso di accedervi anche da remoto, prima della visita, scaricando il motore dalla rete.
Il portale museale è invece la ‘sponda in rete’ dell’impianto museale che collega il museo ad altri musei e alle risorse del territorio in cui si trova. ‘In questo modo – spiegano gli autori del progetto – un museo rimanda ad altri e, anzi, dai musei l’offerta si allarga a tutto il patrimonio storico-artistico del comprensorio, sino alle proposte eno-gastronomiche, artigianali o alle altre opportunità relative a quell’area’.
Una proposta di questo tipo è già stata realizzata in Alto Adige, nell’area del museo archeologico di Bolzano che conserva la famosa mummia del Similaun.
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Fonte:Punto Informatico on line