Il nome ha sempre evocato la sua stretta collaborazione col Bramante, la cui attività a Milano alla corte di Ludovico Il Moro è documentata almeno fino al 1499. E la cifra stilistica di Bartolomeo Suardi, detto appunto il Bramantino, è sempre stata circoscritta a quel suo gusto raffinato per la concezione architettonica e illusionistica delle sue opere come pittore. La lezione del Bramante ha ispirato quella sua vena per la monumentalità, dove la tensione drammatica faceva leva con grinta sulla costruzione prospettica dello spazio. E il forte patetismo delle immagini, fuso ad un’atmosfera surreale e misteriosa, è diventata a buon ragione la sua firma.
Ma per il Bramantino (con un’attività che si concentra tra il 1480 e il 1530, anno della morte a circa 65 anni) è tempo di rileggere la sua parabola creativa nel dettaglio, dalla formazione alla maturità, che ne fa un illustre maestro del Rinascimento. Un’operazione intrapresa dalla mostra ‘Bramantino a Milano’ (fino al 25 settembre al Castello Sforzesco di Milano) luogo non certo casuale, visto che proprio qui si conservano importanti lavori dell’artista: nella Sala del Tesoro domina l’Argo, il grande affresco realizzato intorno al 1490 (probabilmente in collaborazione col Bramante); nella soprastante Sala della Balla sfilano gli straordinari dodici arazzi dedicati ai mesi dell’anno, commissionatigli da Giangiacomo Trivulzio tra il 1501 e il 1504, acquisiti dal Comune nel 1935.
A questi si aggiungeranno eccezionalmente le opere del Bramantino presenti a Milano (che ne vanta il nucleo più cospicuo esistente al mondo, compresa l’unica sua architettura pervenutaci, la Cappella Trivulzio, che può essere letta oggi come una sorta di monumentale ingresso alla chiesa di San Nazaro in Brolo), sparse in varie sedi tra musei civici e collezioni private.
In un percorso cronologico, per la prima volta vengono riunite le sue opere milanesi, una ventina di dipinti su tavola e su tela, e disegni, dalla giovanile ‘Adorazione del Bambino‘ della Pinacoteca Ambrosiana al ‘San Sebastiano‘ di una raccolta privata, dal ‘Noli me tangere (vedi imm.)’ delle Civiche Raccolte d’Arte Antica alla ‘Madonna con il Bambino e angeli’ della Pinacoteca di Brera.
Un percorso che si concentra proprio nella Sala del Tesoro, attorno all’Argo. Mentre nella Sala della Balla gli arazzi offrono un’inedita suggestione attraverso un allestimento completamente nuovo che segue il filo rosso della sequenza dei gesti delle figure e delle stagioni cui sono idealmente ispirati.
L’occasione è ghiotta per riscoprire la personalità di questo artista milanese noto soprattutto come pittore, ma che come architetto ha avuto una lunga pratica presso la Fabbrica del Duomo (con tanto di patente di ‘architetto e pittore ducale’ rilasciata da Francesco Sforza). Ma nella pittura è riscontrabile l’evoluzione della sua carriera, formatosi sui ‘modi’ ferraresi aspri e nervosi del Butinone, per conquistare una progressiva magniloquenza col Bramante.
Probabili viaggi a Roma (1500, 1508) gli infusero l’armoniosa volumetria ma anche un senso di astrazione dalla realtà con la predilezione per sfondi dai toni surreali, che col tempo raggiunsero limiti estremi, fino alla bizzarria.
‘La parabola del Bramantino – racconta Giovanni Agosti, curatore della mostra insieme a Jacopo Stoppa e Marco Tanzi – dimostra la sintonia con le ricerche più avanzate del suo tempo: la Ferrara espressionista di Ercole de’ Roberti, le sperimentazioni di Leonardo, la Roma città aperta di Giulio II prima di Raffaello, i languori di Giorgione e del Correggio. Tutto attraversato da una peculiare cifra stilistica, votata a una sorta di astrazione, fino a dare vita a immagini dalle iconografie spesso stravaganti e misteriose’.
‘Bramantino – conclude Agosti – è l’unico lombardo in grado di stare a fronte di Leonardo, di chinarsi sul Cenacolo senza esserne travolto’.
Alla mostra è abbinato un ciclo di conferenze, in collaborazione con l’università degli studi di Milano e con gli Amici di Brera, mentre in collaborazione col Fai, Fondo Ambiente italiano, apre eccezionalmente con visite guidate il Castello di Voghera dove si conserva un importante ciclo di affreschi del Bramantino.
Info:
‘Bramantino a Milano’, fino al 25 settembre 2012, Castello Sforzesco, Cortile della Rocchetta, Sala del Tesoro – Sala della Balla, Milano.
Orari: martedì-domenica, dalle ore 9 alle 17.30, chiuso il lunedì
Ingresso libero. – tel. 02/6596937.
Autore: Laura Larcan
Link: http://www.milanocastello.it
Fonte:La Repubblica