Granducato dal 1815, il Lussemburgo è uno dei più piccoli stati d’Europa (meno di 500mila abitanti su un territorio di 2.600 kmq) ma con il tasso più alto di residenti stranieri dell’Unione Europea (oltre il 40%), con 140 nazionalità differenti rappresentate.
Non stupisce quindi che il tema prescelto per questa importante manifestazione sia proprio quello delle migrazioni, del travalico delle frontiere e della cooperazione culturale.
A partire dall’8 dicembre 2006, e per tutto il 2007, la città di Lussemburgo e la circostante Grande Région (Lorena, Palatinato, comunità germanofona del Belgio) ospiteranno circa 350 iniziative, comprendenti prime mondiali di produzioni musicali, teatrali e coreografiche, progetti per i giovani e per le comunità.
Tra i principali investimenti fatti per l’anno culturale spiccano il nuovo Musée d’Art Moderne Grand-duc Jean, realizzato dall’architetto I.M. Pei, che inaugura la stagione con una retrospettiva dell’artista lussemburghese Michel Majerus, che unisce un’insolita arte elettronica e digitale a elementi pop e minimalisti; segue la nuova sala filarmonica, progettata da Christian de Portzamparc, e il restauro delle Rotonde, due antiche officine per locomotive trasformate in spazi espositivi. Nell’ambito delle arti visive vanno segnalate numerose mostre monografiche articolate durante il corso dell’anno (Sophie Calle, Wim Delvoye, Duane Hanson, Glenn Ligon, Jeffrey Shaw).
A «Global Multitude in the Rotunda» sarà invece la grande esposizione curata da Hou Hanru, dedicata alle tematiche della migrazione, in quanto fattore di diversità culturale e della globalizzazione, attraverso l’opera di artisti provenienti da tutti i continenti.
Autore: Barbara Musetti
Fonte:Il Giornale dell’Arte