Intervista esclusiva a Luisella Mazza, Head of Country Operations of Google Cultural Institute,
Pieter Bruegel e le sue opere come non si sono mai viste. Il Museo reale delle belle arti del Belgio e il Google Cultural Institute presentano Bruegel / Unseen Masterpieces, il progetto che per la prima volta riunisce i contributi di otto prestigiosi musei internazionali sulla figura di Bruegel il Vecchio. Chiunque disponga di una connessione a Internet potrà immergersi nei capolavori del pittore fiammingo, ora disponibili ad altissima risoluzione grazie alla tecnologia dei “gigapixel”. In tutto, 19 mostre virtuali, accessibili sul sito web del Google Cultural Institute, per esplorare i capolavori di Bruegel e scoprire di più sulla sua vita, le sue influenze e la sua produzione. Presso il Museo reale delle belle arti del Belgio si potrà accedere a 12 di queste mostre multimediali, attraverso terminali interattivi sviluppati appositamente per il progetto. Inoltre, attraverso il Google Cardboard, sarà possibile accedere a un’esperienza video in realtà virtuale per immergersi in un universo a 360° all’interno del capolavoro Caduta degli angeli ribelli. Questa esperienza di realtà virtuale è disponibile sul canale YouTube e nell’applicazione per dispositivi mobili del Museo reale delle belle arti del Belgio. Il dipinto prenderà vita di fronte agli occhi dell’utente che avrà la sensazione di diventare parte integrante dell’opera. Luisella Mazza, Head of Country Operations of Google Cultural Institute, in un’intervista rilasciata a Quotidiano Arte, descrive i punti di forza del progetto.
Dott.ssa Mazza, come si accede ai contenuti attualmente? È un’iniziativa free, aperta a tutti, oppure a pagamento?
Il Google Cultural Institute nasce nel 2011 con l’obiettivo di rendere accessibile il patrimonio culturale dell’umanità, lavorando in collaborazione con istituzioni culturali. Il Google Cultural Institute non ha fini di lucro e mette gratuitamente a disposizione di musei, archivi e fondazioni la tecnologia necessaria per digitalizzare opere d’arte, documenti e siti e per renderli visibili ad un pubblico più ampio in Rete. Tutti i contenuti, inclusi quelli dedicati al recente progetto che vede protagonista Bruegel il Vecchio, sono accessibili direttamente online sul nostro sito. Le istituzioni culturali interessate a portare online le proprie collezioni con Google Cultural Institute possono segnalare il loro interesse tramite il formulario g.co/cisignup.
Quali altri musei oppure opere sono previste a breve?
Stiamo lavorando con istituzioni e musei in tutto il mondo, abbiamo da poco superato i 1000 partner e abbiamo tante novità in arrivo, stay tuned!
Come verrà utilizzata questa applicazione, solo nei musei o anche da remoto? E, se da remoto, potrebbe rivelarsi una killer application che rischierebbe di allontanare i visitatori dai musei?
Il Museo reale delle belle arti del Belgio, insieme a 7 musei in 7 Paesi, ha lanciato questo progetto in collaborazione con noi in preparazione al 450° anniversario della morte di Bruegel che sarà celebrato nel 2019 insieme all’apertura al pubblico della Bruegel House di Bruxelles. Anche se niente può sostituire l’esperienza diretta di una visita al museo, la tecnologia digitale offre nuove soluzioni per affrontare il problema della fragilità di queste antiche opere d’arte. In questo modo è possibile preservare il valore di quest’arte insostituibile e inestimabile, nonché fornire un nuovo modo per vedere le opere e promuovere l’accealla cultura, in modo che raggiunga più persone possibili. Il Museo reale delle belle arti del Belgio ha anche sviluppat il “Bruegel Box”, creato con il sostegno di Engie, che si occupa di energia a livello globale. Dei video immersivi vengono proiettati su tre interi muri di una stanza del museo. Ogni video è dedicato a un dipinto ed è prodotto grazie a un sofisticato sistema di proiettori e alle immagini ad altissima risoluzione fornite dal Google Cultural Institute. Gli spettatori si troveranno faccia a faccia con gli abitanti del villaggio dei Proverbi fiamminghi (1559), con lo zingaro che legge la mano nella Predica di Giovanni Battista (1566) o con i protagonisti della Caduta degli angeli ribelli (1562).
Avete già proposto alle istituzioni culturali italiane e al Mibact, in particolare, un progetto con queste caratteristiche? Qual è, per Google Cultural Institute, un artista italiano o un’opera da coinvolgere in questo progetto?
L’Italia è tra i paesi più rappresentati sul Google Cultural Institute con oltre 60 istituzioni culturali partner e opere che spaziano da capolavori senza tempo, ripresi ad altissima risoluzione con tecnologia Gigapixel, come La nascita di Venere del Botticelli, il Leone Marciano Andante simbolo di Venezia, i ritratti della società italiana di fine ‘800, della Prima Guerra Mondiale, degli anni ‘30, ‘50 e ‘70 , inclusa la Seconda Guerra Mondiale, fino ai giorni nostri con opere di street art. Non solo: di recente abbiamo collaborato con la Biennale di Venezia per portare online la Biennale Arte 2015. Il progetto, realizzato grazie alle tecnologie all’avanguardia sviluppate dal Google Cultural Institute, è uno strumento sperimentale che mira ad ampliare la possibilità con cui avvicinarsi alla Biennale Arte 2015. Da un lato, infatti, è nato con l’obiettivo di favorire chi vuole già iniziare a scoprire la Mostra prima di recarsi a Venezia, dall’altro ne consente la fruizione e archiviazione anche dopo la conclusione ufficiale (avvenuta il 22 novembre 2015). Il progetto include la Mostra Internazionale e le mostre di 80 Paesi in 70 Padiglioni Nazionali tutti disponibili sul Google Cultural Institute all’indirizzo g.co/biennalearte2015. Si possono sfogliare le oltre 4.000 opere e immagini documentali contenute nelle diverse collezioni e nelle mostre digitali, o ancora accedere alla visualizzazione delle aree espositive interne ed esterne dei Giardini e dell’Arsenale grazie a più di 80 immagini Street View.
Autore: Samuele Sassu
Fonte: www.quotidianoarte.it, 23 mar 2016