La compagnia dei Musei

La Compagnia di San Paolo, da anni impegnata nella valorizzazione del patrimonio culturale, artistico e architettonico, in particolare torinese, ha presentato il 4 aprile a Villa Abegg (la secentesca Vigna di Madama Reale progettata da Amedeo di Castellamonte), il proprio “Programma per lo sviluppo del distretto dei Musei nel centro storico di Torino”, illustrato dal presidente della Compagnia, Onorato Castellino e dal segretario generale, Piero Gastaldo, e redatto in accordo con le locali Soprintendenze e le pubbliche amministrazioni a partire dal 2000. “Per la sua lunga durata, è più un “programma” che un “progetto”, ha dichiarato il segretario Piero Gastaldo. Per la prima volta la Compagnia non lavora con un singolo ente su un singolo progetto, ma su una pluralità di fronti”. Il programma, consentito dagli studi preliminari svolti in collaborazione con l’Università e con la Facoltà di Architettura del Politecnico, costituisce una sorta di summa della “raffica di singole proposte innovative” avanzate in mesi recenti di forte fermento per il “sistema” dei musei cittadini: uno strumento, quindi, di riorganizzazione sistematica e di ridisegno complessivo, unitario e coordinato, del panorama mussale cittadino. La Compagnia ha messo a disposizione una dotazione iniziale di 21.5 milioni di euro (da integrare con ulteriori 10 milioni entro l’anno), destinata ad essere incrementata nei prossimi anni: con l’auspicio, espresso dal presidente Onorato Castellino, che la riforma Tremonti consenta alle Fondazioni bancarie di “rafforzare la propria vocazione all’intervento sul territorio, volta alla cooperazione con tutti i soggetti interessati alla promozione del patrimonio artistico e culturale”. In attesa dell’istituzione della Fondazione dei Musei Torinesi, ormai più volte annunciata come imminente dall’assessore alla Cultura del Comune di Torino, Fiorenzo Alfieri, e quella per il Museo Egizio, di cui faranno parte Ministero, Enti locali e fondazioni bancarie, i singoli progetti sono stati presentati nel corso della settimana dei Beni Culturali dai diversi istituti: perché, dichiara ancora Gastaldo, “pur presentandosi come co-progettista e non mera erogatrice di denaro, la Compagnia non intende sostituirsi nelle prerogative decisionali agli enti preposti”.

Passeggiata archeologica
Il progetto, previsto sulla base di una più vasta ricerca sull’intera “Città Romana” affidata nel 1998 a un gruppo di lavoro della Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino (Gambetti, Isola, Falco, Rigamonti, Durbiano e Reinerio), prevede di saldare i punti di rottura dell’area, vero e proprio margine urbano sfrangiato, e le slabbrature eredità della seconda guerra mondiale. E’ previsto il ridisegno complessivo della viabilità e l’adozione di cortine arboree, nel tentativo di mascherare gli interventi del secondo dopoguerra, in particolare il Palazzo degli Uffici Tecnici del Comune realizzato da Mario Passanti, Paolo Perona e Giovanni Garbaccio nel 1957, da sempre nodo problematico della piazza. Si prevede di integrare nel percorso accessibile al pubblico il teatro romano (in futuro anche suggestivo palcoscenico per spettacoli e rappresentazioni) collegato alla sezione del Museo di Antichità dedicata alla storia di Torino in via di allestimento nel piano seminterrato della Manica Nuova di Palazzo Reale, e l’area di scavo delle tre chiese medievali precedenti alla realizzazione del Duomo: fulcro visivo dell’intervento saranno le Porte Palatine (I sec. d.C.), con le due torri poligonali di 16 lati. Allo stato attuale, il Comune ha bandito un concorso (appena scaduto) per l’individuazione di un “esperto per consulenza e coordinamento progettuale finalizzato alla valorizzazione delle Porte Palatine e alla realizzazione del Parco Archeologico” progetto che verrà probabilmente gestito interamente dagli Uffici Tecnici.

Zona di Comando: collezioni dinastiche e nuova Galleria Sabauda
L’intera area, incentrata su Palazzo Reale e su Piazza Castello recentemente pedonalizzata e su cui è in via di riapertura integrale Palazzo Madama con il Museo d’Arte Antica (ma sono annunciati ritardi rispetto al previsto 2004), sarà destinata ad accorpare in maniera sistematica e coordinata le collezioni della dinastia sabauda. Dal Museo di Antichità, a Palazzo Reale (opportunamente ampliato nella sua accessibilità ai diversi spazi attualmente aperti soltanto saltuariamente), all’Armeria Reale (per cui sono in corso lavori di restauro), alla Biblioteca Reale, attraverso le Segreterie juvarriane fino agli Archivi di Corte (un percorso, non più soltanto “ipotetico”, di quasi 8 km.). Ma la gemma dell’intero complesso, grazie anche alla collaborazione della Fondazione Crt, sarà la Galleria Sabauda che, trasferita dal secondo piano del Collegio dei Nobili per lasciare spazio al Museo Egizio, sarà collocata su tre piani nella Manica Nuova di Palazzo Reale (realizzata da Emilio Stramucci nel 1911), nelle sale ora occupate dagli uffici della Regione. L’ipotesi di fruizione degli spazi, presentato dalla soprintendente Carla Enrica Spantigati su progetto di Roberto Pagliero e Stefano Trucco, prevede di accrescere le superfici da 4.558 a 6.865 mq.

Palazzo Mazzonis: entro l’anno il Museo d’Arte Orientale
La Compagnia di San Paolo ha anche commissionato il progetto preliminare per il nuovo Museo d’Arte Orientale, previsto all’interno di Palazzo Mazzonis (già Solaro della Chiusa e di Covone, su probabile progetto di Benedetto Alfieri), ubicato nel cuore della città romana e medievale, protagonista di una recente, rapida rinascita. Il progetto del Museo sarà il primo a partire: entro la fine dell’anno è previsto l’affidamento dell’incarico, e l’assessore Alfieri ha confermato il finanziamento di 9,7 milioni di euro. Il progetto, la cui redazione definitiva ed esecutiva è attualmente in corso da parte degli uffici tecnici del Comune, è stato elaborato sulla base delle linee guida commissionate dalla Compagnia agli architetti Giovanni Durbiano, Aimaro Isola e Luca Reinerio, già approvate; mentre la realizzazione partirà nel 2003. Il progetto prevede di accorpare nell’edificio, su circa 4 mila mq (270 mq. Per esposizioni temporanee al piano terreno, 660 mq. Per la collezione al primo piano, 190 al secondo e 300 rispettivamente al terzo e al quarto, più superfici di servizio, uffici e depositi, le collezioni attualmente conservate nella sede di via Bricherasio del Museo civico di Etnografia, Numismatica e Arti Orientali (soprattutto i rilievi di Gandhara), con le collezioni della Regione Piemonte (arte giapponese surinomo e stame ukiyo-e e tibetana) e con quelle di proprietà della Fondazione Agnelli (protagoniste della mostra a Palazzo Madama). E prevista, inoltre, la promozione costante di molte temporanee di qualità.

Museo Egizio e Accademia delle Scienze
Strettamente correlato al trasferimento della Galleria Sabauda è il futuro del Museo Egizio e dell’Accademia delle Scienze: come si è ripetuto negli ultimi mesi, da quando il Ministero dei Beni culturali, con il decisivo apporto del sottosegretario Sgarbi, si è definitivamente espresso contro il trasferimento del museo in una nuova sede in periferia (“il museo è uno dei fulcri del distretto mussale cittadino: era obbligatorio che rimanesse in centro”, ha dichiarato Gastaldo); e a favore, invece, dell’ampliamento nelle aree adiacenti, nell’ambito del centro cittadino, secondo l’ipotesi commissionata agli architetti Pagliero e Trucco: oltre al Collegio dei Nobili, negli spazi liberati dalla Sabaudia, anche nei sotterranei della Chiesa di San Filippo e, se necessario, in nuovi piani interrati. La superficie complessiva passerà così da 6.298 a 10.717 mq; quella dell’Accademia da 2.779 a 4.308 mq.

Grandi mostre alla Cavallerizza Reale
Strettamente collegata alla “zona di comando” di cui fa storicamente e architettonicamente parte, e ai Giardini Reali, l’area della Cavallerizza Reale comprende edifici di epoche diverse, tra Seicento e Ottocento, con l’emergenza del grande salone voltato di Benedetto Alfieri: vera e propria “città nella città”, luogo “segreto” nel pieno del centro cittadino e insieme cerniera e tramite tra il polo mussale delle collezioni sabaude e la prevista “Cittadella del Cinema” (prossima alla zona universitaria), l’area sarà destinata ad ospitare grandi esposizioni. Il progetto era stato inizialmente annunciato nel 1997 in collaborazione con la Fondazione Crt (quando alcuni spazi vennero parzialmente resi agibili in occasione della Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo), per poi essere di fatto dimenticato: attualmente, fino al 19 maggio l’intera area ospita le manifestazioni legate a “Big Torino 2002”.

Palazzo Carignano: itinerari del Risorgimento
Sono ancora in corso, in vista delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia che avranno luogo nel 2011, gli studi volti a definire i criteri scientifici e metodologici per la ridefinizione e il riallestimento del Museo Nazionale del Risorgimento, dal 1938 collocato all’interno di Palazzo Carignano, già sede dal 1848 del Parlamento Subalpino.

Via Po: la “Cittadella del Cinema”
In considerazione del successo ottenuto a partire dalla sua apertura nel luglio 2000, il Museo Nazionale del Cinema ospitato alla Mole Antonelliana ha oggi la “forza” per poter aspirare a nuovi spazi, destinati a esibire quelle parti della collezione, gli archivi e soprattutto la ricca biblioteca specializzata, attualmente non accessibili: grazie alla collaborazione della sede Rai di Torino (nell’ambito di un più vasto accordo immobiliare con il Comune, ancora da definire), il Museo potrebbe ampliarsi nell’edificio degli anni trenta della Radio, in via Verdi. Nell’area occupata dai resti del Teatro Scribe, sede dal 1925 al 1930 della celebre stagione del “Teatro di Torino” promossa dal finanziere-mecenate Riccardo Gualino, il Comune propone la realizzazione del Palazzo del Cinema, grande “casa” per i diversi festival torinesi, oggi dispersi in sedi sparse nella città. Sono in corso gli studi, mentre i lavori, secondo l’assessore Alfieri, saranno avviati nel corso del 2003.

Autore: Alessandro Martini

Fonte:Il Giornale Arte, n. 210 – maggio 2002