Attesa ed annunciata da tempo, preparata da anni di ricerche e restauri, la mostra dedicata a Marco Palmezzano ha aperto le porte il 4 dicembre. L’inaugurazione ha visto la partecipazione del presidente della Fondazione Piergiuseppe Dolcini, del sindaco di Forlì on. Nadia Masini, del presidente della Provincia di Forlì-Cesena Massimo Bulbi, del vicepresidente della Regione Flavio Delbono, dell’architetto parigino Jean-Michel Wilmotte, del card. Achille Silvestrini e del presidente della Camera on. Pierferdinando Casini, guidati attraverso le sale del museo dal prof. Antonio Paolucci.
La mostra su Marco Palmezzano è la prima retrospettiva completa dedicata al grande maestro del Rinascimento.
In questi anni, i colori limpidi, dalla “purezza d’alabastro”, delle opere di Palmezzano sparse in Romagna e presenti nei più prestigiosi musei italiani e stranieri, sono emersi da una campagna di restauri che ha pochi precedenti per ampiezza ed organicità.
Più di 20 milioni di euro sono stati investiti per trasformare l’ex complesso conventuale di San Domenico, slabbrato dalle bombe, in una sede museale ed espositiva nuova per concezione e tecnologia, sede che proprio con la mostra è stata inaugurata.
La mostra (catalogo Silvana Editoriale) presenta sessantuno opere, spesso di grandi dimensioni, dislocate fra gli anni novanta del Quattrocento e i venti del Cinquecento. L’obiettivo è quello di documentare la lunga, prolifica attività del pittore attraverso i suoi svolgimenti stilistici, attraverso le opere più significative dei suoi maestri, e dei suoi affini, e dei suoi compagni di strada.
Con Marco Palmezzano sono in mostra Melozzo da Forlì, Giovanni Bellini, Cima da Conegliano, il Perugino, Antoniazzo Romano, Marco Zoppo, Baldassarre Carrari, il Maestro dei Baldraccani, Francesco e Bernardino Zaganelli, Luca Longhi, Nicolò Rondinelli, Girolamo Marchesi, Bartolomeo Montagna e Girolamo Genga.
“Lo stile di Marco Palmezzano – afferma Antonio Paolucci – è come una rosa dei venti i cui punti cardinali orientano verso i centri più significativi del Rinascimento padano e centro italiano. Alla base c’è Melozzo da Forlì con la sua interpretazione magniloquente e nobilmente retorica della poesia prospettica di Piero della Francesca e di Luca Pacioli, ma c’è anche il Giovanni Bellini della Pala di Pesaro e c’è, più in generale, la familiarità con la pittura veneziana contemporanea. Ci sono asprezze ferraresi e morbidi ritmi di matrice umbra. Ci sono tangenze e rispecchiamenti con gli artisti romagnoli contemporanei, da Niccolò Rondinelli a Baldassarre Carrari”.
La mostra è stata promossa dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì in collaborazione con il Comune di Forlì, con i Musei Vaticani, la Diocesi di Forlì e le Soprintendenze di Bologna, di Brera in Milano e il Polo Museale di Firenze.
La commissione scientifica che “firma” la mostra è diretta da Antonio Paolucci e composta da Francesco Buranelli, Jadranka Bentini, Pier Giorgio Brigliadori, Gianfranco Brunelli, Matteo Ceriana, Anna Colombi Ferretti, Andrea Emiliani, Vincenzo Gheroldi, Gabriella Poma, Luciana Prati, Adriano Prosperi, Stefano Tumidei, Timothy Verdon, Giordano Viroli, Francesco Zaghini ed Ettore Torriani. L’allestimento, che si snoderà nelle grandi sale di quella che fu la Biblioteca del Convento dei Domenicani, reca le firme degli Studi Wilmotte & Associates (Parigi) e Lucchi & Biserni (Forlì).
Info:
Complesso Monumentale di San Domenico, Piazza Guido da Montefeltro, fino al 30 aprile 2006.
Autore: Josephine Alessio
Fonte:CulturalWeb