FIRENZE: Arnolfo di Cambio.

Il suo maestro è stato Nicola Pisano, antesignano della scultura toscana, che lo prese a bottega a Bologna e Siena; allievi non ne ebbe. O meglio, Arnolfo di Cambio fu così avanti rispetto al gusto ed alla sensibilità del suo tempo da non lasciare dietro di sé nessun diretto discepolo dello scalpello che fosse degno di fama: ma solo, genio par suo, un pittore, Giotto, altrettanto rivoluzionario.

I grandi protagonisti della scultura a Firenze – Brunelleschi, Ghiberti, Donatello – nasceranno parecchi decenni dopo la sua morte.

All’artista toscano – che fu anche architetto, urbanista e forse pittore – nato a Colle di Val d’Elsa tra il 1240 ed il 1250 e morto prima del 1310, Firenze dedica una mostra, ospitata all’ombra della propria chiesa simbolo: il duomo di San Maria del Fiore, che proprio Arnolfo progettò e di cui diresse il cantiere prima di Giotto, e per la quale disegnò la facciata e scolpì i gruppi marmorei che l’rnavano.

Oggi quela facciata non esiste più: rimasta incompiuta dopo la morte di Arnolfo, che ne aveva completato sola la parte inferiore con i tre portali, è stata demolita nel 1587 per edificarne una nuova (mai realizzata, l’attuale prospetto è degli ultimi decenni dell’Ottocento); ma le sculture, disperse in collezioni pubbliche e private ed in parte custodite nello stesso Museo dell’opera del Duomo che ospita la mostra, sono state ricomposte in questa occasione ed offrono, insieme ad altre opere del maestro e di suoi contemporanei, un quadro intenso ed emozionante dell’arte di Arnolfo.

Di un artista che, assimilato l’insegnamento appreso da quel maestro Nicola chiamato Pisano, ma che molto pià probabilmente si era formato in Puglia, nella corrente classicista espressa dalla cultura federiciana, lo superò, infondendovi il gusto lieve del gotico internazionale che già aveva preso a soffiare d’Oltralpe e creando sculture intense, piene di vita e di respiro, che balzano fuori dalla piattezza degli sfondi e degli schemi plastici del tempo.

Accanto, brillano i colori e le volumetrie vivide di Giotto, riformatore, come Arnolfo, dell’arte del Duecento.

Info:
fino al 21 aprile: orario 9-19,30
biglietto: intero € 10, ridotto € 5; biglietto ridotto soci TCI
tel. 055 2469600
Catalogo:Pagliai Polistampa

Autore: Elena del Savio

Fonte:Qui Touring