Devolution anche sull’arte. La Toscana vuole il fai da te

Beni artistici e musei da gestire " in casa" , in piena autonomia, " senza l’ingombro oppressivo del ministero chiamato a decidere su qualsiasi questione, persino sui turni di lavoro dei custodi" . Il presidente toscano Claudio Martini ha deciso di fare il primo passo sulla strada della devolution culturale: chiederà al governo l’autonomia speciale nella gestione dell’immenso patrimonio artistico che ogni anno attira in Toscana milioni di turisti e che rappresenta una ricchezza di valore incalcolabile. La conquista dell’indipendenza passa attraverso una legge a cui gli uffici della Regione stanno già lavorando e che presto sarà presentata a Roma per essere ratificata dal Parlamento. " Aspetto solo l’esito del referendum sul federalismo – dice Martini – a cui vedo che dopo Ghigo e Storace adesso anche Formigoni chiede di votare " si" . Dopo tante inutili polemiche contro la riforma approvata dall’Ulivo, alla fine è stata abbandonata dai presidenti del centro destra una posizione prettamente ideologica e si è capito che era nell’interesse delle Regioni arrivare a questo primo traguardo. Che significa finalmente la possibilità di ottenere l’autonomia speciale in alcune materie. La Toscana inizia dai beni culturali" . Cosa vuol dire gestione in proprio Martini lo spiega così: " C’è bisogno di maggiore efficienza, di orari più lunghi, di nuovo personale da inserire nei circuiti espositivi. Ma soprattutto una gestione autonoma dei beni culturali ci darà la libertà di inventare qualcosa di nuovo, di creare ricchezza e occupazione, di collegare un settore chiave della nostra regione al sistema economico. Se non è la Toscana a guidare questa esperienza pilota, allora temo che moriremo tutti ministeriali" .Sa bene Martini che la proposta non sarà accolta con grande entusiasmo dagli addetti ai lavori. A cominciare dal fatto che nel suo progetto i sovrintendenti non avrebbero più come referente il ministro ma, appunto, il presidente della giunta regionale. " Mi aspetto qualche polemica, certamente" , confessa. " Ma faccio notare che nessuno si scandalizza quando Formigoni chiede autonomia totale su materie come sicurezza, scuola e sanità. E nessuno trovava niente da ridire neppure quando il presidente della Lombardia voleva a tutti i costi il referendum sulla devolution" . E’ innegabile, però, che i tesori d’arte posseduti dalla Toscana non superino in quantità e qualità quelli di molte altre regioni, che non sarebbero avvantaggiate allo stesso modo dalla riforma. " E invece vogliamo che questa sia l’occasione per creare forme di collaborazione" , ribatte Martini, " non solo con le regioni che hanno caratteristiche simili, ma anche con quelle che ancora devono cominciare a lavorare sull’autonomia di gestione dei beni culturali. Si potrebbero costruire forme di partenariato anche con il sud creando percorsi tematici integrati come la grande arte gotica, il romanico, il Rinascimento. Federalismo non significa provincialismo. Della maggiore autonomia si deve fare un uso di respiro nazionale. E valorizzare i beni della Toscana significa prima di tutto questo. Sono temi che ho già proposto a Berlusconi di discutere ma senza ottenere risposta. Lo inviterò di nuovo a farci visita, mi aspetto di vederlo molto presto in Toscana" .

Fonte:La Repubblica