Dopo “La caduta degli Dei” tenuta in agosto ad Ischia nella Villa di Luchino Visconti, spetta ora alla città di Cervia accogliere un’imponente “antologica” di Moreno Bondi, allestita negli antichi e suggestivi Magazzini del Sale (dal 27 novembre al 15 gennaio 2006).
“PERMUTAZIONI VISIONARIE. Moreno Bondi e Daniele Masini – Fra Angeli e Demoni: è il titolo della “doppia personale” che affianca un pittore del territorio romagnolo (Daniele Masini) all’artista toscano: una mostra in tandem, un passo a due per affrontare il tema della centralità dell’Uomo e della complessità della sua natura sempre in bilico fra gli opposti (sacro e profano, anima e corpo).
L’esposizione è ospitata presso i Magazzini del Sale di Cervia: una volta destinati alla conservazione della più preziosa risorsa del territorio (costruiti alla fine del 1600 secondo il modello di una basilica romanica, solida monumentale all’esterno e con lo spazio interno scandito in tre navate, per potere meglio contenere la grande quantità di sale), oggi sono un riuscito esempio di archeologia industriale recuperata a spazio museale.
Dominante del lavoro pittorico e scultoreo di Moreno Bondi è l’Uomo nel suo essere divino e terreno (da qui il titolo della mostra: “Fra Angeli e demoni”): una creatura della luce e dell’ombra in cui convivono aspetti noti e lati oscuri, il cui presente è costruito sul passato e la cui identità si nutre di opposti.
L’artista rappresenta sulla tela e scolpisce nel marmo corpi poderosi, come evocazioni di Caravaggio o Michelangelo; figure oscure mutuate da miti antichi o forme alate ispirate da Allori o da Guercino. Tutti sono frammentati da squarci di colore o feriti dall’inserimento della scultura (da lui personalmente lavorata) e raccordati in “inquadrature fotografiche” che configurano un ordine di estrema attualità.
Di fronte a tale universo umano non è da chiedersi a cosa alluda quel segno tracciato sul corpo o questo marmo che fende la pittura: essi rappresentano i solchi lasciati dal tempo e dalla storia e compendiano in breve il paradigma della vita.
“E’ inutile interrogare con la razionalità i particolari di un quadro –dice- poiché non si avrebbe risposta univoca. L’angelo rappresentato in “AMORE”, chino nel raccogliere il manto di Madre Teresa di Calcutta, sollecita sentimenti contrastanti: calma e giustizia o gravità e timore. Non rimane che cedere alla sola emozione, senza porsi domande destinate a rimanere disattese”.
Nella loro complessità le opere dell’artista toscano si rivelano rasserenanti od inquietanti per l’individuo che vive della medesima complessità e la cui percezione si modifica in base a condizioni e condizionamenti socio-culturali, perché l’Uomo, dunque, non è “o l’uno o l’altro”, ma è entrambi: Angelo e Demone saldamente congiunti.
Autore: Carla Piro
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