BERLINO (D). Dopo 67 anni la scultura risplende.

Poco meno di un anno fa il restauro del Bode Museum, chiuso dal 1998, era stato finalmente completato e, grazie all’intervento dell’architetto viennese Heinz Tesar, l’elegante edificio neo-barocco (1897-1904) di Ernst Eberhard von Ihne era tornato al suo originario splendore.
Si trattava di una tappa di cruciale importanza soprattutto per quanto riguarda gli interni, concepiti dal celebre storico dell’arte Wilhelm von Bode (1845-1929), promotore del museo nonché suo primo direttore, come una serie di spazi altamente evocativi grazie all’inserimento di elementi architettonici in gran parte originali quali soffitti a cassettoni e portali, camini e fontane a parete, pavimenti in marmo e in cotto.
In questa atmosfera da «palazzo» di gusto prevalentemente italiano e rinascimentale, Bode aveva presentato le collezioni reali della scultura (al piano rialzato) e della pittura (al primo piano), spesso accompagnate da mobili d’epoca.
Il museo ospitava però anche il ricchissimo Gabinetto di Numismatica, allestito nel seminterrato e di cui già due anni fa si sono riaperte la sala studio e la biblioteca, così come la collezione di arte bizantina.
Quest’ultima nel 2000 è stata amministrativamente unita alla Scultura e oggi entrambe le collezioni, sotto la direzione di Arne Effenberger, sono finalmente tornate al Bode Museum: un momento davvero storico se si pensa che le opere in questione, evacuate nel 1939 e poi divise fra i settori est e ovest della città per alcuni decenni, dopo la Riunificazione non sono state più esposte al pubblico proprio a causa della mancanza di spazi adatti.


L’articolo integrale è disponibile nell’edizione stampata de
‘Il Giornale dell’Arte’, del mese di dicembre 2006.

 

Autore: Alessandra Galizzi Kroegel

Fonte:Il Giornale dell’Arte