A 11 mesi dall’insediamento del governo Berlusconi, il ministero dei Beni culturali ”rischia lo smantellamento e la perdita di credibilita’ e di centralita”’: per questo i Ds annunciano ”guerra sulla legge delega”, che definiscono ”incostituzionale” e si preparano a una serie di iniziative il cui slogan sara’ ‘La cultura da’ buoni frutti’.
L’allarme e’ stato lanciato oggi in una conferenza stampa alla Camera dagli onorevoli Franca Chiaromonte (responsabile Cultura Ds) e Walter Tocci e dalla senatrice Maria Chiara Acciarini. ”Siamo preoccupati – ha detto Chiaromonte – per il rischio di smantellamento del ministero dei Beni culturali a fronte della presunzione di dettare gli indirizzi dal centro alle autonomie. Nonostante il maldestro tentativo del governo di introdurre nella Finanziaria la privatizzazione di musei e istituti sia stato respinto, l’intento non e’ mai scomparso: ma si fonda sulla doppia illusione che si possa far cassa con i beni culturali e che le politiche per la cultura si sostengano da sole. Da undici mesi a questa parte, la voce cultura e’ associata ai tagli e le nomine in soprintendenze e istituti, che pure sono un diritto-dovere del governo, sono indirizzate a personaggi esterni all’amministrazione e dettate da oscuri criteri, non leggibili ne’ impugnabili. Nel primo caso, si ha la sensazione che il ministro sia Tremonti; nel secondo, che stiano tornando antiche logiche.
Le continue esternazioni del sottosegretario Sgarbi, poi, danno l’idea che chi governa possa esercitare direttamente prerogative come la tutela o il gusto. E i suoi continui giudizi negativi sui soprintendenti destano preoccupazione per l’autonomia dei tecnici del ministero”.
La legge delega, che coinvolge anche la scuola, l’assistenza, lo spettacolo e lo sport, e’ poi ”incostituzionale – ha sottolineato Acciarini – perche’ mancano i principi direttivi previsti dalla legge fondamentale dello Stato. L’ampiezza e l’eterogeneita’ della delega si traducono in un’espropriazione del Parlamento delle sue funzioni legislative”. L’idea del governo ”e’ in pratica ridurre l’intervento economico pubblico, alla ricerca di risorse private neanche fatta in modo coretto. Basta pensare ai 270 miliardi di lire stanziati come corrispettivo per la deducibilita’ degli investimenti privati nel settore cultura, prevista in Finanziaria: la cifra usata ammonta solo a 12 milioni di euro, cioe’ meno di 32 miliardi”.
Nell’ambito ”della piu’ complessiva lotta contro le deleghe del governo”, i Ds si preparano dunque ”a mettere in atto una serie di iniziative – ha annunciato Chiaromonte – per ridare centralita’ alle questioni della cultura. Pensiamo a una giornata o anche a una settimana dedicata ai grandi temi, dai musei aperti alle questioni dello spettacolo, alle opportunita’ per chi voglia produrre cultura”. Si lavora anche a una ”proposta di legge sulle arti visive, che tuteli le opere in particolare degli ultimi cinquant’anni”.
Fonte:ANSA